Storia generale sate. Ad altre nocque la vicinanza di Stati prepotenti o strapotenti che ne incepparono la libertà. Io sopra l’altre tratterò delle città nostre in ordine cronistorico di origine e di decadimento, da Amalfi per fisa, Genova ed Ancona a Venezia. Nell’ apertura del golfo di Salerno addossata al monte, sta tuttavia la umile terra d’Amalfi, ora di pescatori, un dì altrice di eccelsi navigatori. In appendice a questo capitolo pongo il testo tradotto in volgare del Chronicon Amalphitanum coliazionato da Lodovico Muratori. È breve cosa, ma tutto dichiara, dalla origine della terra quasi contemporanea alla traslazione dell’ Impero di Roma in Bisanzio fino alla maturità e poi alla decadenza del piccolo Stato. Meglio che in qualunque mia scrittura, il lettore scorgerà in quel brano quanta parte gli Amalfitani avessero nei ritorni offensivi contro la mezzaluna, ritorni che furono davvero gloria delle nostre repubbliche marinare. Solo aggiungerò di mio che la terra aveva vecchissime tradizioni marinaresche anteriori e di molto ai suoi medioevali abitatori ; perchè a breve distanza da Amalfi, sopra la città di Salerno, giace la Cava che noi chiamiamo tuttodì dei Tirreni in memoria di quell’antico popolo navigatore etrusco del quale ho parlato nelle pagine precedenti. Come dalla Cronaca è dichiarato, la grandezza d’Amalfi toccò l'ultimo segno nell’undecimo secolo. Il padre Alberto Guglielmotti nella sua Storia della Marina pontificia ha pubblicato una lettera di Giovanni Vili papa a Pulcare, prefetto d’Amalfi, dalla quale costui è dimostrato amico ai Musulmani e fedifrago a Roma. Nel 916 però gli Amalfitani ricredutisi sono con Giovanni X papa insieme a Landolfo duca di Benevento, a Guaimario duca di Salerno, a Atenolfo di Capua, a Gregorio di Gaeta, colle navi del Pontefice, della Tuscia, degli Imperatori d’Oriente e d’Occidente all’ assedio ed allo sforzo di quel terribile castello saracinesco del Garigliano dove il già nominato Docibile duca di Gaeta, nell’anno 835, aveva ospitato i Musulmani predoni. Nella impresa contro Mehediah (1087) guidata per comando del Pontefice da un principe Pietro che fu forse