Capitolo 1. Condizioni dei popoli litoranei antiohi. — Egizi, Fenioi, Elleni, Tirreni. — La Pirateria. — Il Penteoontoro. — La Triera. — La nave da carico. —- Promiscuità del' comando in terra e in mare. — Spartizione eccezionale del comando presso i Cartaginesi. FONTI ED AUTORITÀ: Eschilo, Tragedie. - Omero, in Iliade ed in Odissea. - Plutarco, in Teseo. - Erodoto, Istorie. - Diodoro Siculo, Istorie. - Micali, L’Italia prima dei Romani. - Reclus, La Terre. - Jal, Archeologie navale. - Jurien de la Gravière, La marine des anciens. - P. M. Alberto Guglielmotti, Opere varie. - Maapero, Id. - Cap. E. D’Albertis, La crociera del Corsaro. La navigazione primordiale non poteva diventare consuetudine fuorché per le stirpi abitatrici d’un litorale bagnato dai flutti di mare interno e gremito d’isole le quali per cagione della serenità dell’ aere e della breve distanza fossero palesi allo sguardo. Egli è per questo motivo che appena giungono rispettivamente al medesimo stadio d’incivilimento, gli Egizi, i Fenici, gli Elleni, gli Etruschi, le stirpi Scandinave e Celtiche, le Polinesiane, la Giapponese e le Malesi praticano la navigazione a norma degli stessi principi. Per contro riscontro ignota l’arte del navigare alle vetuste stirpi americane del Messico e del Perù cui le circostanze geografiche teste rammentate non arrisero. D’altra parte le stirpi pure americane delle isole di Haiti e di Cuba e quelle Guanches, che i navigatori europei incontrarono nelle Madere e nelle Canarie, quantunque fa- 1 r'