della Marina Militare. 133 d’un mezzo secolo e di cui quasi ogni traccia di popolare ricordo è smarrita, offre campo a parecchi commenti. Non si riesce a comprendere come il popolo gotico che fu tra i primi Teutonici a dedicarsi al mare se ne sia ritirato così presto. I Goti d’Italia non sembrano davvero i nepoti di quei valenti marinari che saliti su piccoli pentecontori gremirono delle proprie flottiglie il Mar Nero e si spinsero nell’Arcipelago dando il sacco a città ed a castella. Non trascorse gran tempo che il dominio de’ Greci in Italia fu limitato alla costiera dei tre mari nostri. L’invasione longobarda che tenne dietro al richiamo di Narsete trovò propizio il terreno. Molte cagioni militarono a danno dei Greci i quali al postutto col riconquistare l’Italia non avevano fatto opera savia perchè l’Italia Insubra e la Liguria interna erano eccentriche all’ Impero, cui meglio conveniva tenere in soggezione le città della costa che il commercio arricchiva, ed abbandonare quelle dell’ interno devastate dalle guerre precedenti. Rimasero dunque ai Greci l’Esarcato (che dalle bocche del Po distendevasi fino alla foce della Pescara) ed i "Ducati marittimi di Roma, di Gaeta, di Napoli, di Sicilia, di Calabria, di Puglia, nonché Venezia, sciolta dal dominio diretto dell’impero, ma governata da consoli la cui elezione veniva confermata dall’ Imperatore. I Duchi, immagine degli antichi prefetti dell’impero romano, lasciarono che le città si governassero con ordinamenti di municipio ; e dobbiamo a loro se le libertà comunali, vanto nostro fin dal tempo d’Augusto, non perirono sotto i nuovi dominatori. Questi ducati marittimi e queste città libere dell’impero greco tennero in vigore le leggi marittime di Giustiniano e sopra di esse formularono i loro ■statuti che a tempo debito succintamente esaminerò. Della marina di Costantinopoli, continuazione come ho detto della romana anche nell’architettura del naviglio, nel motore e nell’ armamento, fa d’uopo dire alcunché. In essa la poliremo cambiò il classico nome in quelli di dromone e di chelandia; navi di cui più innanzi tenterò la descrizione. Prima dirò quali erano le regole di battaglia de’ marinari greci del VI secolo. A farcele note, ha contribuito il prof. Fr. Corazzini da Livorno col tradurre un