170 Storia generale città di Genova è divisa in sestieri per ricordo antico. I consoli erano assistiti da un Consiglio; era una specie di areopago; il popolo radunavasi in Parlamentum che sindacava i consoli ed avea più potere del Consiglio senatorio. Semplice era la costituzione. Le famiglie che avevano cacciati i vicari imperiali, voglio dire i visconti, non avevano diritti speciali, quantunque la pubblica riconoscenza per l’aiuto prestato alla causa di libertà eleggesse sempre i consoli in quelle famiglie. Così negli Annali di Caffaro veggonsi sempre ripetuti i nomi degli Spinola, dei Car-mandino, degli Oria, dei Ruffo, dei Cicala, dei Negri, dei Mari. Le imprese difensive di Genova contro le incursioni di Normanni e di Saraceni riempiono gli albori della istoria del Comune. Pisa e Genova sono qualche tempo amiche: sono insieme alla conquista di Sardegna e di Corsica; quest’ isola Pisa la divide con Genova, l’altra più ricca e fertile tiene per sè. Ma non son più insieme all’ impresa contro le Baleari. Anzi già fin d’allora le antiche alleate per l’incendio ed il sacco di Almeria sono decise rivali. Il Tirreno è verso quel tempo una restituzione dell’Arcipelago nei tempi che preludiano alla guerra del Peloponneso. Le due città chiamate a lunghissima rivalità si fanno centro di due federazioni. Pisa per via della sua disponeva della costa che da Lerici distendevasi lungo il lido fino a Piombino. Lerici, Viareggio, Livorno, Piombino, Massa Marittima e Grosseto subivano una specie di alta giurisdizione -della Repubblica pisana. Genova, per contro, estendeva la sua dal castello di Portovenere fino ad Albenga, difendendo le città del littorale contro i signori feudali del monte. Ricordi il lettore la Grecia antica, ricordi altresì il diritto latino ; e nei diritti e doveri delle metropoli greche e delle colonie, e di Roma e delle città latine, ritroverà precisa-mente la mutua situazione di Pisa e Genova riguardo delle minori città. E logico che le stesse ragioni determinano fatti compagni. E come era inevitabile il cozzo di Atene e di Sparta, inevitabile doveva essere quello di Genova e di Pisa. Or valico l’Appennino e discendo la Valle Eridanea a