Annali d’ Italia: (a) Tacitili (imo tenore: Ad Arface Re de i Re Vej'pajiano. Credei! (a), che *coi#cAgri*n qu^i tempi avvenifiè qualche guerra nella Bretagna , dove era andato per Governatore Petilio Cereale , con far quivi 1’ armi Romane nuove conquide . (b) sueten. Seguitava intanto Vefpaiìano a far de’faggi regolamenti (¿), in vefpafiau, per levar gli abuiì, e rimettere il buon ordine in Roma. Offerva- te alcune perfone indegne ne’due nobili Ordini Senatorio ed Eque-ftre, le levò via ; e perchè era fcemato di molto il numero de" me-deiimi Senatori e Cavalieri, per la crudeltà de’Regnanti precedenti , aggregò a quegli Ordinile Famiglie e perfone più riguardevo-li e degne , non tanto di Roma , quanto dell’Italia e dell’ altre Provincie . Trovò, che le Liti civili erano crefciute a dismifura, andavano in lungo, e s’eternavano anche talvolta: male non fore-ftiere anche in altri tempi, e in altri luoghi. Cercò di rimediarvi con eleggere varj Giudici, che le sbrigaffero fenza attenderne le formalità e lunghezze ordinarie del Foro . Per mettere freno alla libidine delle Donne Libere, che fpofavano gli Schiavi, rinovò il decreto, che anch’ effe perduta la libertà diveniffero Schiave. Per fraftornar coloro, che predavano danaro ad ufura a i Figliuoli di Famiglia , vietò il poterlo eiìgere dopo la morte de i Padri. Ma nulla più contribuì alla correzion de’ coftumi, e a far celiare il loverchio luffo de’ Romani, che 1’ efempio dell’Imperadore def-fo . Parca era la menfa fua * femplice e non mai pompofo il fuo veftire * iicura dal di lui potere 1’ altrui oneftà . Il difapprovar egli colle parole e co i fatti gli eccedi introdotti, più che le leggi e i gaitighi, ebbe forza d’introdurre la riforma de’ coftumi nella Nobiltà , e in chiunque deiìderava d’acquiftare o confervar la (c) Sueton. buona grazia di lui. Aveva (c) egli conceduta una carica ad un c*j>e'$*^an' giovane . Andò coftui per ringraziarlo tutto profumato . Quello badò, perchè Vefpaiìano guatandolo con difprezzo gli dicef-fe : Avrei avuto più caro , che tu pn^ajji d’aglio ; e gli levò la patente . Oltre a ciò per guarire 1’ altrui vanità e fuperbia col proprio efempio , parlava egli fterto della baffezza delia prima fua fortuna, e fi rife di chi avea compilata una Genealogia piena d’ (H) idem in adulazione , per moftrare , (d) eh’ egli difeendeva da i primi Vef-iaf. c. iz fondatori della Città di Rieti fua Patria, e da Ercole . Anzi talora nella State andava a paffar qualche giorno nella Villa, dov’ egli era nato , fuori di Rieti , fenza voler mai , che a quel Luogo fi faceffe mutazione alcuna , per ben ricordarli di quello , eh’ egli fu una volta. E in memoria di Tertulla lua A- vo-