Annali d’ Italia. tutte quelle Virtù, che fi ricercano in chi dee Servire ad un buon (a) Aurelio* Principe . Ma Spezialmente (ó ) amava egli Licinio Suro, per grati-pitome* E~ tudine , avendo quelli cooperato non poco, affinchè Nerva adot- D.h i\h. 63 taffe Traiano . Salì queilo Sura a tal ricchezza e potenza , che a Sue proprie SpeSe edificò un Superbo Ginnafìo , o Sia la Scuola de’ Lottatori al Popolo Romano. Non andò egli eSente da i Soffj dell’ Invidia , compagna ordinariamente delle grandi fortune , avendo più d’uno proccurato d’infinuare in cuor di Traiano de i SoSpetti della fedeltà di queilo fuo Favorito , calunniandolo come giunto a meditar delle novità contra di lui. Traiano la prima volta, che Sura 1* invitò Seco a pranzo , v’andò Senza guardie . Volle per una fluilio-ne , che aveva a gli occhi, farfeli ugnere dal Medico di Sura. Fatto anche venire il di lui Barbiere, fi fece radere la barba: che così allora ufavano i Romani. Adriano fu quegli, che poi introduce il portarla . Dopo aver anche prefo il bagno , Traiano fi mife a tavola , e allegramente definò . Nel dì feguente diife a gli amici, che gli mettevano in mal concetto Sura : Se coflui mi avejje voluto am~ magare, n ebbe ieri tutta la comodità. Fu ammirato un sì fatto coraggio in Traiano , ben diverfo da que’ Principi deboli, che temono di tutto . Aggiugne Dione , che un altro faggio di quella fua intrepidezza diede Traiano . Nel crear fulle prime un Prefetto del Pretorio fi crede che foife Saburano ] dovea cignergli la fpada al fianco. Nuda gliela porfe , dicendo : Prendi quefo ferro , per valertene in mia difefa , fe rettamente governerò: contra di me , fe farò il contrario . Forfè fu lo ileiTo Saburano, come conghiettura Giuilo Lipfio, che gli (b) TUnìu! dimandò licenza di ritirarli, perchè Plinio (¿)atteila eifere ila-in p-negy-to un Prefetto del Pretorio , che antepofe il piacere della vita, e ncj.%. ¿6. ¿ej|a qUiete a gli onori della Corte . Traiano , perchè gli difpiace- va di perdere unUfizial sì dabbene , fece quanto potè per ritener- lo . Vedendolo collante , non volle rattrìllarlo , col negargli la grazia -, ma 1’ accompagnò fino all’ imbarco, il regalò da par luo , e baciandolo, colle lagrime a gli occhi, il pregò di ritornarfene prello. L’Anno verifimilmente fu quello, in cui Traiano con poderosa Armata marciò contro a Decebalo Re de i Daci. Poco Sappiamo delie avventure di quella guerra. Ecco quel poco, che ne la- (c)Dio l. 68 Sciò fcritto Dione ( c ). Giunto che fu F Augullo Traiano a i confi- ni della Dacia, veggendo Decebalo tante forze in ordine , e un sì • rinomato Imperadore in perfona venuto contra di lui, fpedì tollo Deputati , per efibirfi pronto alla pace . Traiano , oltre al non fidarli di lui, un gran prurito nudava di acquiilar gloria per sè , e