Anno VI. 17 petenza di Antìpa, e de gli altri fuoi Fratelli e Parenti. Ottenne egli da Augullo, non già il titolo di Re, ma il l'olo di Etnar'ca col dominio della metà -degli flati del Padre, confidente nella Giudea, Idumea , e Samaria . Per conféguente egli cominciò a dominare in Gerufalemrr.e. Gli avea prcmeffo Augullo il titolo di Re, qualora colle fue virtuofe azioni le ne faccfie conofcere degno. Contrario all’elpetuzione , arzi tirannico lu il di lui governo , di maniera che nell’ Arno prefente i Primati della Giudea e di Samaria fpedirono gravifiìme accule centra di lui ad Augullo . ( a ) Citato a Rema Archelao , e convinto de’luoi reiti, n’ebbe (4) Dìo 1.1$. per galligo la relegazione in Vierna del Delfnato, e la perdita Smtal. 16. de’luoi patrimonj e telori, che furono prefi dal Fifco. Ed allora fu che la Giudea , V Idumea, e la Samaria lurono ridotte alla fciira delle Provincie del Romano Imperio, ed unite alla Siria, o fa alla Soria , e cominciarono ad eiiere governate da gli Lfiziali dell’ Imperadore : cofa dianzi defderata digli flcllì Giudei , perchè troppo iggravati da x proprj Re , fperavar.o eiìi miglior trattamento dai Miniltri Imperiali. Così celsò lo fcctvo di Giuda, ficccme avea predetto Giacobbe (¿), nella venuta del divino Salvatore (| ) Gemf. del Mondo. Il Padre Pagi mette all’Anno ftguerte la caduta di v,;*, Archelao. Dione ne parla lotto il prefente. Anno di C R 1 s T o vii. Indizione X. di Cesare Augusto Imperadore 51. Conf 1 ^ULO Licinio Nerva Siliano, 1 ’ 1 Quinto Cecilio Metello Cretico Silano. CH e il fecondo di quelli Ccnfoli ufalTe il Cr gre me di Si/ano , 1 hanno dedotto gli Eruditi dal trovarli C/etico Silano Proconfole della Siria nell’Anno di OHflo 16. Se ciò iuiMa, rol so . Da un antico Marmo ancora ricavarono il Sigonio é il Panvi-mo , che nelle Calende di Luglio a i luddetti Ccnfoli ne fun no follituiti due altri, cicè Publio Cornelio Lemuio Scipione, e Tuo Quinzio Crifpmo Valeriano. Procedeva aliai lentamente la guerra nella Dalmazia e Pannonia, & andavano a terminar tutte le prodezze deli’una e dell’altra parte in faccheggi ed incendj.(0 (O Dìo Niuna cofa llava più a cuore di Tiberio, che il non efporre a ni-chio i luoi foldati , parendogli troppo cara anche una vittoria , quando fi avelie a comperar colla vita di molti de’ fuoi. Ma non Tomo I. C pia-