Annali d’ Italia, Anno di Cristo lvi. Indizione xiv. di Pietro Apostolo Papa 28. di Nerone Claudio Imperadore Confoli {Quinto Volusio Saturnino, l Publio Cornelio Scipione. SEcondqche’ abbiam da Suetonio , foleva Nerone mutar nelle Calende di Luglio i Confoli . Per quello va coniettu-rando Vinando Pighio , che a i fuddetti Confoli foifero fuflituiti Curtilio Mancia , e Dubio Avito, per trovarli eglino da qui a due Anni Proconfoli. Cominciò in queil’ Anno lo sbrigliato giovina- (a) Tachus ftro Nerone a menar una vita più che mai fcandalofa . (a) La Annui, hb. notte traveilito da fervo, accompagnato da alcuni fuoi fidi, fcor-t3Dwiib. c<. reva perle ilrade , per gli poitriboli , per le bettole a sfogare i Suaon. in beiliaii fuoi appetiti, divertendoli in rompere ed ¿svaligiar bot- erofte c'26' teghe , e in dar per ifcherzo delie battiture a chi s’incontrava per via, e far di peggio a chi refilleva. Effendo poi trapelato, venir da Nerone fomiglianti infolenze , prefero animo altri giovani fcapeilrati per unirli inlieme ^ e far lo iteffo fotto nome di lui, ingiuriando uomini e Donne illuftri 5 con che pericolofo per tutti diveane 1’ andar di notte per Roma. Perchè Nerone non era co-nofciuto , toccavano anche a lui talvolta delle buffe . Per atteila- (b) Piinìus to di Plinio ( b ) fu sfregiato una notte in volto. Con taiììa, in-kb. 13. u s.z, cenf0 ^ e cera avendo unta la percoffa, la mattina feguente comparve con la cute fana. Uno di quelli ^ che la notte gli diedero alcune baltonate o ferite , o iìa per cagion della Moglie , come vuole Suetonio e Dione ^ o pure per motivo di propria difefa , come s’ha da Tacito, fu Giulio Montano, uomo nobile, e già vicino a divenir Senatore . Stette Nerone a cagion di quello regalo più dì confinato in cafa , nè già penfava a vendetta , perchè li figurava di non eflere flato conolciuto , e però non ingiuriato. Mail malaccorto Montano, faputo con chi egli avea sì malamente trefcato , andò ad infilzarli da sè ileffo con ifcrivergli una Lettera lagrimevole , e chiedergli perdono . Come ! gridò Nerone , cojlui sa d' aver percoffo /’ Imperadore , nè. fi è peranche data la morte da sè /beffo! Gli fece egli dipoi infegnare , come andava fatto . Da lì innanzi usò Nerone di ufcir di notte eoa una banda di foldati, edi gladiatori, che il feguitavano in dif- parte.