/ Anno XXXVII. 87 giare, e il lafciaife morire per mancanza d’alimento. Finalmente fcriifero altri, che veggendo Caligola ( a ) , come Tiberio non (a) Sucton. la volea finir da sè ileifo , lo ilrangolaife con le Tue mani, o pure Ca‘°• con uno origliere o ila guanciale gli turaife la bocca, e il facef-fe ammutolire per Tempre. Comunque foife , morì Tiberio nel fuddetto giorno 16. di Marzo. Dione lcrive nel dì 2 6. O dell’uno o dell’ altro il reilo è mancante . Così cefsò di vivere queilo Imper radore , dotato di grande ingegno, ma per fervirfene folamente in male ; che finché ebbe paura d’ Auguilo , e di Germanico Nipote , e Figliuolo Tuo adottivo , {lette in dovere ,• che Umiliatore e diflìmulator foprafiino.fi moilrò delle falfe Virtù* ma poi fi abbandonò in fine a tutti i Vizjj che divenne abbominevole per l’infame fua libidine, ma più per le fue crudeltà ed ingiuilizie ; che niuno amava fuorché sè ileifo , e che fu udito chiamar felice Priamo , per eifere morto , dopo aver veduti morti tutti i fuoi. Non tardò Gaio Caligola ad avvifare il Senato dell’eifere Tiberio mancato di vita, con dimandare ancora , che decretaifero al medefimo gli onori divini . Ma Tiberio era troppo odiato; e ficcome il Popolo Romano a queila nuova diede in rifalti d’ allegrezza, così commoiTo andava lacerando la di lui memoria con tutte le maladizioni , e gridando al Tevere , al Tevere , cioè il di lui corpo . Di queila commozione fi fervi il Senato per fofpen-dere la rifoluzion de gli onori a Tiberio ; e Gaio venuto poi a Roma , più non ne parlò. Portato a Roma il cadavero di Tiberio , fu bruciato fecondo il coilume d’allora, e con poca pompa feppel-lito . Gaio fece l’Orazione funebre , ma con poco encomio di lui, impiegando le parole pi^ittoilo in efaltare Auguilo e Germanico iuo Padre. Già fi è detto, quanto foife amato da i Romani eifo Germanico per le fue rare virtù, e Gaio appunto per eifere di lui Figliuolo , comunemente era amato , giacché non s’erano per anche dati a conofcere fe non a pochi tutti i fuoi vizj e difetti, che fi trovarono poi innumerabili. All’ incontro per l’odio d’ognuno contra di Tiberio, era anche odiato Tiberio Gemello , naturai Nipote di lui. E però a Gaio non fu difficile 1’eifere riconofciuto e confermato per Im^eradore, e il fare che dal Senato foife caifato il Teilamento di Tiberio*, per cui egualmente lafciava ad eifo Gaio , e a Tiberio Gemello 1’ amminiitrazion dell’imperio. Così reilò egli folo Imperadore (¿) colla Podeilà Tribunizia, e coll’au-(b) Sueton, torità ed arbitrio di far tutto, ficcome atteila Suetonio, benchélbl^]-b4' non ufaife fubito i titoli, ufati da i due*precedenti Auguili. Pie- !° ‘ na