3io Annali d’ Italia. prirono qualche barlume di queita fua intenzione , laddove prima moilravano di poco itimare , anzi di fprezzare Adriano, da lì innanzi cominciarono ad onorarlo, e a procacciarli la di lui amicizia. Mancò poi di vita, forfè circa quelli tempi il medeiìmo Sura. Traiano, che il ferviva di lui, per farli dettar le Orazioni ed Allocuzioni al Senato e al Popolo, perch’ egli fapea poco di lettera , non ignorando , che Adriano, ficcome perfona Letterata , era capace di fervirlo in quella funzione , il voile preifo di sè, e fi valeva della di lui penna : il che gli accrebbe la familiarità e 1’ amor di Traiano . Al defunto Sura fece fare Traiano un folenne funerale, (a)D/o/.i?8 ed alzare una Statua per gratitudine (a) . Lo iteifo fece egli dipoi alla memoria di Sojìo Senecione , e di Palma , e di Celfo, che ab-biam detto eiì’ere itati Confoli nell’Anno prefente, come ad Amici fuoi cari. Noi Tappiamo, che Gaio Plinio Cecilio Secondo, rino-matiiììmo Autore del Panegirico di Traiano , dopo eiTere ilato Confole nell’Anno 100. fu poi mandato con titolo di Vicepretore al governo della Bitinia e del Ponto . Le fue Lettere fcritte di là a Traiano iì leggono nel Libro Decimo . Ma per quanto finora abbiano difputato fra loro gli Eruditi, non s’è potuto , nè fi può decidere , in qual’ Anno egli foffe fpedito colà . Il Loidio, e il Tille- (b) TUle- mont ( b ) attribuirono la di lui andata al fine deli’ Anno 103. il Car-dinal Noris ( c ) al prefente 109. o pure al fuiTeguente , come ancor (c* tori* n- fece (¿)il Padre Pagi. Eufebio (e) mette all’Anno Decimo diTra-pif/oi. Con- jano ? ci0è ai 10y. dell’Era noitra , la Lettera celebre ierittaglì da (d)ni-agius Plinio , elìdente allora nella Bitinia. Idacio (_/ ) ne parla ali’An-Crit È:ron. no in. In tale incertezza di tempi iìa lecito a 1 Lettori l’attener-m'Chrvuìc,*! ^ a quella opinione, che più loro aggradirà , e a me di feguitar (f) Uacim più tolto il Noris, il Pagi, e il Bianchini. A queiti tempi, ma colla (”')*Ìdeiiob m®defima incertezza , vien riferita dal Mezzabarba (g) , e dal fud-i„ Humifm. detto Bianchini (A) la felciatura della Via Traiana, fatta per or-(hvrwa ^d’eflb Traiano. Altro efia non fu , che la Via defcritta da nkts ad Dione, di cui fi parlò ai precedente Anno , cioè la Via Appia, che nafiafium. da Roma va a Capoa: la più magnifica di quante mai faceifero i Romani, ed opera di molti Secoli avanti. Perchè la rimodernò ed arricchì Traiano di varj Ponti e di fabbriche a canto alla medefi-ma , perciò egli, o il Pubblico le diede il nome di Via Traiana . Credefi parimente , che in queit’Anno Traiano dedicafle il Circo, in \)oma°ia- ^ M'affimo, riitorato da lui co i Marmi, prefi dalla Ma umano cr.p. ij. chia (ì ) di Domiziano . Anno