64 Annali d’ Italia. fopra tutto comandò, che non la deificaffero ( benché poi fatto l’imperio di Claudio a lei foffe conceduto quello facrilego onore ) facendo credere, che così ella avelie ordinato . Nè pur volle efegui-re il teftamento da eiTa fatto , e dipoi perfeguitò chiunque era Ita- lo a lei caro , e infin quelli , eh’ effa avea deftinati alla cura del fuo funerale. Soleva Tiberio ad ogni morte de’ fuoi diventar più cattivo . Ciò ancora fi verificò dopo la morte della Madre , la cui autorità avea fin qui fervito di qualche freno alla maligna di lui natura , e a gli arditi e malvagi difegni di Seiano , con attribuirli a lei la gloria di avere falvata la vita a molti . Poco perciò flette a giugne-re in Senato un’ aliai dura Lettera di Tiberio contro Agrippina^ c-dova di Germanico , e contra di Nerone di lei primogenito . Erano tutti i reati loro , non già di abbandonata pudicizia , non di congiure , non di penfieri di novità , ma folamente di arroganza ed’ animo contumace contra di Tiberio . All’ avvifo 4el pericolo , in cui fi trovavano P uno e 1’ altra , la plebe , che fommamente gli a-mava, prefe le loro Immagini , con effe andò alla Curia , gridando , effere falfa quella Lettera , e che fi trattava di condennarli contro la volontà dell’ Imperadore . Faceano iftanza nel Senato i Senatori , venduti ad ogni voler di Tiberio , che fi veniffe alla fen-tenza ; ma gli altri tutti fe ne tlavano mutoli e pieni di paura . Il fola Giunio Ruftico , benché uno de’ più divoti di Tiberio , configliò , che fi differiffe la rifoluzione , per meglio intendere le intenzioni del Principe . Di quello ritardo , e maggiormente per la commozione del Popolo , fi dichiarò offefo Tiberio * ed infittendo (a) Sueton. più che mai nel fuo propolito , fece relegar Agrippina ( a ) nell’Ifo-ìr.ribci-. ja Pandataria , polla in faccia di Terracina e di Gaeta . Dicono , che non fapendo.fi ella contenere dal dir delle ingiurie contra di Tiberio , un Centurione la baftonò per comandamento di lui sì fgar-batamente , che le cavò un occhio . I di lei figliuoli Nerone , e Dru-l'o , benché Nipoti per adozion di Tiberio, furono anch’ effi dichiarati nemici ; il primo relegato nell’ Itola di Ponza , e l’altro detenuto nè fotterranei del Palazzo Imperiale . Qual foffe il fine di que-iti infelici, lo vedremo andando innanzi. Anno