Anno CLXXV. i Narifci, i Buri, ed altre di quelle barbare Nazioni. Tutte implorarono la pace dal temuto Augufto : (a) e chi ii fottomilé , chi U) Capitol. entrò in lega , chi provvide di foldatefche . A molti di coftoro die- ™ de egli delle terre nella Dacia ; nella Pannonia , nella Mefia, nella Germania, e gran quantità di Marcomanni mandò ad abitare in Italia. Ma perchè alcuni di coftoro pofti a Ravenna, ( b ) tentaro- (b) Dioici no poi d’impadronirli di quella Città, a tutti coftoro diede poi fuffiftenza di là dall’Alpi. Tale per certo era la bontà , e F equità di quefto Imperadore , che trattava i nemici fteffi prigioni o fotto-melfi, come amici. Merita anche d’ eflete offervato nelle Iscrizioni raccolte dal Grutero , e da me , che molti foldati portavano il nome di Marco Aurelio . Potrebbe créderii, che fonerò Liberti fuoi ; ma più probabilmente furono perfone di Nazioni ftraniere , che venute al l'uo foldo meritarono in premio il nome dello fteifo Imperadore . Con quefta felicità aveaF Augufto Marco Aurelio domate quelle barbare genti, e confeguito per quefto il titolo di Germanico e Sarmatico (c) . Era anche dietro a dare un nuovo fiftema a i con- (c) Medio-quiftati paefi , meditando di far della Marcomannia e della Sarma- barh-in zia due Provincie Romane , governate da Pretori, o Proconfoli Ln^' Romani, quando gli convenne interrompere quelli difegni per una noiofa novità occorfa nell’ Anno preferite . Avidio CaJJio , di cui s’è parlato di fopra , dopo effere intervenuto alla guerra Mar-comannica ( d ) , d’ordine di Marco Aurelio fe ne torno al governo ( a ) Vulcat. della Siria, o ila della Soria , e quivi formò una fiera ribellione . ™ jjidio Era egli originario di quel paefe : il che diede poi motivo allo llef- nioiib. 71. fo Augufto di ordinare, che da lì innanzi niuno potette avere il governo di quelle Provincie, ove fotte nato, o dalle quali traeflero origine i fuoi Maggiori. Vulcazio Gallicano, che ne fcrifle la Vita,( fe pure Autor d’efla non fu Sparziano ) il vuole far credere difcendente da Caffio , uno de gli uccifori di Giulio Cefare . Ma non è sì facilmente da preftargii fede, nè lo fletto Caffio in una fua Lettera riconofce tale la fua Nobiltà . Il medefimo Scrittore cel rapprefenta poi rigorofo efattor della difciplina militare , anzi portato alla crudeltà : del che di fopra addulli un efempio . Egli per o-gni menomo trafcorfo de’ luoi foldati, li facea crocifiggere , bruciar vivi, affogare , e a molti de’defertori, fece tagliar le mani e le gambe : il che non s’ accorda coll’ aver Lucio Vero fcritto , che Caffio era amato affai da i foldati. Certo è bensì, ch’egli fempre un dì della lettimana facea far loro Fefercizio , e che ogni delizia Hhh 2, nel