Anno XXXI. Ora informato abbaftanza Tiberio , che 1’ affezion del Senato e Popolo verfo Seiano non era quale li figurava egli in addietro , volle paffar all’ ultimo colpo , ma tremando per 1’ incertezza dell’ efito . Nella notte precedente il dì 18. di Ottobre comparve a Roma Macrone , fegretamente dichiarato Prefetto del Pretorio , e ben iftruito di quel che s’avea da fare , moitrando di venir per altro negozio ; e fu a concertar gli affari con Memmio Regolo , 1’ uno de’ Confoli , perchè l’altro , cioè Fulcinio Trione , era tutto di Seiano . La mattina per tempo andò al Tempio di Apollo , dove s’ avea da unire il Senato, ed incontratofi a cafo con Seiano , che non era per anche entrato , fu richiedo fe aveffe Lettere per lui . Si annuvolò non poco Seiano all’ udire che no ; ma avendolo tratto in difparte Macrone , e dettogli che gli portava la Podeilà Tribunizia , tutto confoiato ed allegro andò a feder nella Curia . Macrone intanto chiamati a sè i lòldati Pretoriani , una buona man de’ quali facea fempre corteggio e guardia a Seiano , moitrò loro le fue patenti di Prefetto del Pretorio , e in luogo d’elìi alla guardia del Tempio diltribuì le Compagnie de’ Vigili , comandate da Gracino Lacone confapevole del fegreto . Entrato egli pofcia colà , prefentò una Lettera molto lunga , ma ingarbugliata di Tiberio . Non parlava egli feguitamente contra di Seiano , ma fui principio trattava d’ un differente affare ; andando innanzi , fi lamentava di lui; poi ritornava ad altro negozio,- e quindi paffava a dir male di Seiano , conchiudendo in fine , che fi faceffero morir due Senatori molto confidenti di lui , e Seiano foffe ritenuto fotto buona guardia. Non fi attentò di dire, che il faceffero morire , perchè temeva, che fi fvegliaffe qualche tumulto da’fuoi parziali . Confufi ed eftatici rimafero i più de’ Senatori ad ordini tali , perchè già preparati a far de’ complimenti ed elogi a Seiano per la promeffa a lui Podeftà Tribunizia . Seiano fteffo avvilito lenza muoverli dal fuo luogo , fenza metterli ad aringare ( il che fe avelie fatto , forfè altrimenti paffava la faccenda ) .pareva infen-lato ; e chiamato tre volte dal Confole Memmio Regolo , non fi movea , ficcome ulato a comandare, e non ad ubbidire . Entrato intanto Lacone colle Coorti de5 Vigili, Tattorniò di guardie , e il menò prigione . Niun movimento fecero i Pretoriani , perchè Macrone li tenne a freno , con ifpiegar loro la mente del Principe, e promettere ad effi alcuni premj per ordine del Senato . Si me fle bensì la Plebe al mirare quel sì dianzi orgogliofo Miniftro condotto alle carceri, prorompendo in villanie e beitemmie fenza fine ,