Anno I. perchè la vittoria non s’ attribuiva, fé non a chi era Capo dell’Ar-mate ; e quello Capo era il foltf Imperadore . Gran portanza , infi-gni privilegi aveano goduto fin qui i Tribuni del Popolo . [Erano iacrofante ed inviolabili le loroperfone , di maniera che il mancar loro di rifpetto , non che l’offenderli co’fatti ,11 riputava facrilegio ; e misfatto degno di morte . Quello potere volle a sè conferito , ed agevolmente ottenne Ottavio , per poter cafTare , occorrendo , le Leggi e le determinazioni, che non gli piaceflero , come far folevano talvolta i Tribuni ; e quella fu appellata Tribunizia Pode/là , titolo ben caro a gl’Imperadori Romani, e mai non obbliato nel loro Titolario , perchè, al dire di Cornelio Tacito (a), vocabolo indi’- ( a ) Tacàus cantc[omino dominio . In oltre 1’ autorità primaria l'opra le coirla-ere era riferbata a i Pontefici Majfimi in Roma Pagana . Giudicò Auguito , che tal grado fteffe meglio nelle fue mani, che nelle altrui; e però tanto egli, quanto i Succertori 1’ unirono con gli altri titoli della loro pofTanza. Finalmente il Senato , già divenuto adulatore, perchè comporto di gente, che cercava i propri vantaggi col promuovere quelli del Principe, cercò di onorar quello Impera-dore colla giunta di un titolo gloriofo, che facefie intendere la di lui portanza ed autorità quafi fovrana ; e fu quello d’ Augusto , indicante un non so che di Divinità. Quello , che fu poi congiunto coll' altro diCESARE, che era*a lui pervenuto per l’adozione di Giulio Celare , continuò polcia in tutti i fuoi Succeflori , come il più lu-minofo dell’ alta lor dignità. Ve e gonfi rapportati da Dion CalTìo varj altri privilegi, accordati dal Senato a Cefare Augurto , coronati finalmente dal nobiUflimo titolo di Padre della Pania , voluto , o pure ufato dipoi amiche da quegli fteiìi mortruofi Imperadori , che lembrarono nati folamente in danno e rovina della medefima . Salì in tal guifa ad un’ampia podertà Augurto , per cui fénza nome di Re potea tutto quanto poteano i più difpotici de iRe, perchè il Senato con tutta 1’ autorità a lui lafciata , nulla d’ importante iacea , che non forte conforme all’intenzione e a i defiderj di lui. Tuttavia per un tratto di fina Politica ( che è ben lecito il penfare così ) andava l’accorto Imperadore di tanto in tanto dolendofi del grave pefo importo ftille fue fpalle , e facea intendere l’aniietà di fcaricar-l’ene , per morir da privato . Arrivò fino « proporlo in Senato ; ma egli dovea ben fapere , che non correa rifehio d’eflére efuudito.Ed in fatti così fu . S’ unirono le voci de’ Senatori a pregarlo , per non dire a col\rignerlo , che continuarte nella fatica del comando , finché vivefle. Allora s indurte ben’egli con tutta modellia ad accettar A z que-