GLI ANNALI D’ ITALIA Dal principio dell'Era Volgare fino all’ Anno ty 50. Anno di Cristo I. Indizione IV. di Cesare Augusto Imperadore 45. ^ r C Gaio Giulio Cesare, figliuolo d’Agrippa, tomoli ^ marco Emilio Paulo. Gl a’ avea la Libertà della Repubblica Romana ricevuto un gran tracollo fotto il prepotente governo di Giulio Cesare, primo ad introdurre in Roma il Principato , fotto il modefto titolo d’ Imperadore , non altro fignifi-* Cante in addietro, che Generale d’Armata. Non so s’io dica, eh’ egli pagò le pene della lua ambizione , con reftar vittima de’ Congiurati ; so bene, che fu Principe odiato da i più in vita, ma dopo morte feufato ed amato, maflìmamente da chi avea cominciato ad accomodariì al comando di un folo -, e so del pari, che quefto Principe certamente abbondò di molti pregi, e che pochi pari di credito avrebbe avuto nell’antichità, fe non aveffe oftufeata la fua gloria coll’oppreflion della Patria. Gaio Ottavio, o ila Ottaviano, da lui adottato per Figliuolo, e da noi più conofciuto col nome di Cesare ^ugusto, ancorché giovane, feppe ben deludere l’efpet-tazion del Senato. Adoperato per rimettere in piedi la Repubbli? ca, fi fervi egli della fortuna delle a lui confidate milizie, per af-fuggettar Roma di nuovo , e ftabilir quella Monarchia, che durata per qualche Secolo , cedette in fine al concorfo e alla poffanza delle barbare Nazioni. Di gran Politica abbifognò Augufto per avvezzar il Senato e Popolo Romano alla novità del governo cominciato da Giulio Cefare, e per ifchivar nello HeiTo tempo quel fu-nefto fine, a cui egli foggiacque. I due fuoi favoriti, cioè Marco Vipfanio Agrippa, Marito prima di Marcella di lui Nipote, e poi di Giulia di lui Figliuola, e Mecenate, perfonaggi di gran fenno ed onoratezza, non gli furono fcarfi di configlio , per fargli ot-Tomo I. A tene- \