Anno XXXVII. S9 i per conferirlo a lui; ma egli ordinò, che continuaiTero in quella Dignità, fecondoch? era dianzi llnbilito , fino alle Calende di Luglio , nel qual tempo pofcia fu egli dichiarato Confole , cd amò di aver pér Collega Tiberio 'Claudio Tuo Zio', che fin qui era ilato tenuto in bailo llato , e nell’ordine de’foli Cavalieri, a cagion della debolezza del fuo capo. Nelle Medaglie (a) Gaio fi trovaci Medio-intitolato CAiVS CESAR AVGVSTVS GERMANICVS: ed altre vi fi aggiugne DIVI AVGVSTI PRONEPOS . Fece ancora^ e"' rifplendere 1’ amor fuo vedo de’ fuoi, con dare il titolo d’ Augnila , e di Sacerdotelfa d’ Augnilo ad Antonia Avola lua, e M^-dre di Germanico, e col concedere alle fue Sorelle i privilegi delle Vedali, e poilo preflo di sè ne gli Spettacoli. A Tiberio Gemello , Nipote di Tiberio , diede il titolo di Principe della Gioventù , e di più l’adottò per fuo Figliuolo. Andò in perfona alle Ifole Pandataria e Ponza a cercar le ceneri A’Agrippina fua Madre , e di Nerone fuo fratello; e con funebre magnificenza portatele a Roma, le collbcò nel Maufoleo d’Augullo, con determinare in onore e memoria d’ elli eiequie e Spettacoli annuali . Stava tuttavia fra le catene ( b ) Agrippa , Nipote di Erode il Gran- ( b ) Jofeph. de Re della Giudea , quando reltò liberata Roma dal ferreo gio- Anùquhat. go di Tiberio . Gaio eifendofene toilo ricordato , lìccome ami- ^ co fuo caro, mandò ordine al Prefetto di Roma di trasferirlo dalla carcere alla cafa , dove abitava prima ,• e da lì a pochi giorni fat-tofelo condurre davanti con abito mutato, gli mife in capo un diadema ; dichiarandolo Re, e fottomettendo a lui la Tetrarchia , già poifeduta da Filippo fuo Zio , morto poco fa , con aggiugner-vi l’altra di Lifania , reilando la Giudea come prima l’otto l’immediato governo de i Romani. Reilituì ancora ad Antioco il Regno della Comagene colla giunta della Cilicia maritima . Di gloria medefimamente fu a Gaio l’aver cacciato fuori di Roma que’giovinetti, che faceano l’infame mercato de’lor corpi; e poco vi mancò , che non li mandaife a feppellir nel Tevere . Ordinò, che fi cercaifero e pubblicamente fi poteifero leggere le Storie fuppreife di Tito Labieno , Cordo Cremu^io, e Ca(Jio S.e-vero. A i Magiilrati lafciò libera la giurifdizione, fenza che fi poteife appellare a lui. Dalle Provincie d’Italia levò il Dazio del centeiimo denaro , che fi pagava per tutte le cofe vendute all’incanto. Sotto Tiberio Principe d’umor tetro le pubbliche allegrie, i Giuochi, gli Spettacoli erano divenuti cofe rare. Gaio non tardò a rimetter tutto in ufo, e con grande accrefcimento : Tomo I. M cole