2.84 Annali d* Italia; fendo in età di ottantatrè anni, colle mani tremanti , e itando in piedi, gli cadde il Libro di mano ; e nel volerlo raccogliere gli fdrucciolò il piede pel pavimento lifcio e lubrico , in maniera che iì ruppe una cofcia. Non effendofi quefta ben ricompofta o riunita , dopo qualche tempo fe ne morì , e gli furono fatti folenni funerali, mentre era Confole Cornelio Tacito , eloquen rifilino Oratore e Storico, il quale fece l’Orazione funebre in fua lode. Scrive ilmedefimo Plinio, che quello Virginio Rufo era nato in una Città confinante alla fua Patria Como . Da che 1’ Augufto Nerva fi vide fufficientemente affodato fui Trono , fece tofto fentireil fuobenefico genio aRoma, e a tuttoil (a) Dio 1.68 Romano Imperio, (a) Richiamò dalF eiìlio una copia grande di Nobili , che aveano patito naufragio fotto il precedente tirannico governo , ed abolì tutti i procein di lefa Maeftà . E perciocché quefti erano proceduti da mere calunnie , perfeguitò i calunniato-ri; e fece morir quanti Servi e Liberti fi trovarono aver’ intentate accufe contra de’ loro Padroni, proibendo con rigorofo editto a tal forta di perfone l’accufare da lì innanzi i Padroni. Vietò parimente F accufar chicheffia d’empietà, e di feguitare i riti Giudaici: il che vuol dire, ch’egli eitinfe la perfecuzione moffa contra de’Cri-ftiani, che da i Pagani venivano tuttavia confufi co i Giudei. Perciocché per conto de’Giudei era loro permeilo 1’ offervar la loro Legge. Quanti preziofi mobili fi trovarono neU’lmperial Palazzo, ingiuftamente tolti da Domiziano, furono da lui con tutta prontezza refrituiti. Non volle permettere , che fi faceffero Statue d’ oro e d’argento ( fepur non erano dorate o inargentate ) in onor fuo, abufo dianzi aifai gradito da Domiziano . A que’Citta-dini Romani, che fi trovavano in gran povertà , aifegnò terreni, ch’egli fece comperare, di valore di un milione e mezzo di Dracme , con deputare alcuni Senatori, che ne faceffero la divifione . Perchè trovò fmunto affatto l’erario , vendè a riferva delle cofe neceffarie tutti i vafi d’oro e d’argento, ed altri mobili, tanto fuoi particolari , che della Corte , e parecchi poderi e cafe , con ufar’ anche liberalità a i compratori. E ciò non per covare in caffa il danaro , ma per difpenfarlo al Popolo Romano , apparendo dalle ■