* Anno XX. 47 Anno di Cristo xx. Indizione Vili, di Tiberio Imperadore 7. » n r f Marco Valerio Messalla, Conloll i A/f . r' l Marco Aurelio Cotta. DI grandi onori avea ricevuto in Roma la memoria di Germanico per ordine di Tiberio e del Senato (<0> ed anche il (a) Taeittu Popolo in varie guii'e ne avea attellato il fuo dolore . Si rinovò i\llb'ì'caP-u lutto in quell ’ Anno all’ arrivo di^4grippino, fua Moglie . Dopo eiferfi per qualche giorno fermata in Corfù, sbarcò dipoi a Brindili . Drufo Cefare , che era tornato a Roma, co’ maggiori Figliuoli del defunto Germanico andarono ad incontrarla fino a Terra-cina. Innumerabil gente, maflime de’ militari, il portò fino a Brindifi. Caldi furono i fofpiri, univerfale il pianto al comparire dell’ urna funebre . Per tutta la via i Magiftrati e Popoli fecero a gara per onorar le di lui ceneri. Gli ftelli Confoli col Senato , e gran parte del Popolo fi portarono a riceverle con dirotte lagrime ; e poi quelle vennero ripoile nel Maufoleo d’Augulto. Giunfe dipoi Pifone con fua Moglie a Roma, orgogliolo co- (b) me in addietro; ma non tardarono a prefentarfi al Senato accufa-tori , imputando a lui e a Plancina fua Moglie la morte di Ger-manico . Nè pure a quello mal’ uomo mancavano de i difenfori , e difficile era il provar le accufe , lìccome avviene in fomiglianti cali. Tiberio, che ben lapea le mormprazioni del Popolo, quaiì che foife paifata buona intelligenza tra lui e Pifone, per levar di vita Germanico, da uomo duinvolto fi regolava in quella pendenza , inoltrando fempre un vivo affanno per la perdita del Figliuolo adottivo, e di voler buona giultizia, ma nello fteffo tempo di non volere , che foperchieria li faceffe all’accufato. Creduto fu, che fegretamente a Pifone foffe fatto animo , e ficurezza di protezion da Seiano , e che per quello egli fi alleneffe dal produrre gli ordini a lui dati da Tiberio. Ma fe non fi provava il reato luddetto , fi faceano ben collare altri reati di l'edizione , d’ ingiurie fatte e dette a Germanico : cofii che mife in fiera appren-fion Pifone, e tanto più perchè il Popolazzo vicino alla Curia gridava contra di lui, minacciando di menar le mani, qualora egli la fcappaffe netta dal giudizio de’ Senatori. Perciò vinto dall’ affanno , e tenendo!) tradito , da sè iteffo fi diede la morte, liberando in tal guila Tiberio da un ben molelto penliero. Plancina fua Mo-