110 A" n n a l i d* Italia. ne de i nuovi. Quello era il folo difetto o vizio ( fe pure, come diremo, tal nome gli competeva ), che s’ averte Vefpafiano. Perciò il popolo d’ Alertandria , popolo per altro avvezzo a dir quali fempre male de’fuoi Padroni, fe ne vendicò con delle Satire, e con caricarlo d’ingiurie, e di nomi molto oltraggiosi. Perciò vi mancò poco , che Vefpafiano , quantunque Principe fa-vio ed amorevole , non li gaftigaffe a dovere * e 1’ avrebbe fatto , fe Tito fuo Figliuolo non h forte interpofto , per ottener loro grazia, con rapprefentare al Padre, che i faggi Principi fanno quel che debbono , o credono ben fatto , e poi lajciano dire . Nella State venne Vefpafiano Augufto alla volta di Roma. Arrivato a Brindifi , vi trovò Mudano , ch’era ito ad incontrarlo colla primaria Nobiltà di Roma . Trovò a Benevento il Figliuola Donv.fiano, che già avea cominciato a dar prove del perverfo fuo naturale con varie azioni ridicole , o con prepotenze . Perch’ egli nella lontananza del Padre fi era arrogata più autorità , che non conveniva, e trascorreva anche in ogni forta di vizj : Vefpafiano in collera pàrea difporto a de’gravi rifentimenti contra di quefto (a) Tìci%i! fcap^llrata Figliuolo . ( a ) Il buon Tito fuo Fratello fu quegli, che }i;jìor.c. 5v perorò per lui , e dilarmò l’ira del Padre. Non lafciò per quefto Vefpafiano di mortificar lafuperbia d’ erto Domiziano . Accolfe poi gli altri tutti con gravità condita di cordiale amorevolezza, trattando non da Imperadore , ma come perfona privata con cadauno . Aveva egli molto prima inviato ordine a Roma , che fi rifabbrical-fe il bruciato Campidoglio, dando tal incumbenza a Lucio Veflino, Cavalière di molto credito. Nel dì 21. di Giugno s’era dato principioy sì importante lavoro con tutto il fuperiliziofo rituale, e le cerimonie di Roma Pagana , con efferfi gittate ne’fondamenti affai monetè nuove;, e non ufate, perchè così aveano decretato gli Arufpici. Giunto da lì a non molto Vefpafiano a Roma, per meglio autenticar la (uà premura per quella fabbrica , e per alzar qui- (b) Sueton. vi un funtuofo Tempio, (b ) fu de i primi a portar fulle lue fpalle ìnl’e'pafian. alquanti di que’rottami ; e volle , che gli altri Nobili facefiero ca^' altrettanto, affinchè dal tuo e loro elempio fi animaffe maggiormente il Popolo all’imprefa. E perciocché nell’incendio d’effo Campidoglio erano perire circa tre mila Tavole di rame , o fia di bronzo , cioè le più preziofe antichità di Roma , perchè in limili Tavole erano intagliate le Leggi , i Decreti, le Leghe , le Paci, e gli altri Atti più irrìgui del Senato e del Popolo Romano fin dalla fondazione di Roma : comandò, che fe ne ricercaffero diligentemente