Anno CCXVII. volle mettere fine alle iniquità di queilo indegno Imperadore , o più tollo efecrabil Tiranno . Efercitava in quelli tempi l’ufizio di Prefetto del Pretorio , o fia Capitan delle Guardie , Marco OpeIlio Àia-crino , nativo d’Affrica, i cui natali furono viliflimi. Era in età di circa cinquantatrè anni. Capitolino ( a ) nella vita di lui ne parla (a) Capitai. affai male. Dione all’incontrofcrive (b) , aver egli con alcune buo-^^r'”®‘ ne qualità compenfati i difetti della fua baffa nalcita, effendo ilato competentemente dotto nello Studio Legale, uomo moderato , avvezzo a giudicare con molta equità, e che li faceva amare . Avvenne , che un Indovino in Affrica chiaramente diffe, eh’ effo Ma-crino , e Diadumeniano fuo Figliuolo in età allora di circa nove anni aveano da effere Imperadori (c). Collui mandato a Roma con- (c) nerodia-' fefsò queilo medefimo a Flavio Materniano , Comandante dellenusllb- 4» milizie lafciate in Roma , il qual tollo ne fpedì l’avvifo a Caracal-la Augufto. Ma per attellato di Dione non andò la lettera diretta-mente a lui, perchè ordine v’ era di portar le lettere provenienti da Roma a Giulia Augufta, la quale dimorando in Antiochia con grande autorità avea l’incumbenza di accudire a tutti gli affari, per non dillurbare il Figliuolo occupato nella guerra co i Parti. intanto avendo Ulpio Giuliano, allora Cenfore, inviato frettololamente a Macrino un altr’ uomo coll’ avvifo di quanto bolliva in Roma contra di lui, Macrino venne prima di Caracalla a rifapere il pericolo , a cui egli era efpollo , perchè in limili cafi vi andava la vita. Si aggiunte , che un certo Serapione Egiziano pochi dì prima avea predetto a Caracalla , che poco rellava a lui di vita, e che gli Succederebbe Macrino. Fu ben pagata la di lui predizione, con effere dato in cibo a i Lioni. Imperciocché Caracalla conduceva Tempre feco una man di Lioni, e fpezialmente ne amava uno affai dimeilico, appellato Acinace ( noi diremmo Scimitarra ) , e il teneva a guifa d un cane alla tavola , alletto , od alla porta , con baciarlo fovente fmbblicamente. Per tali accidenti determinò Macrino di prevenir a morte propria , con proccurar quella di Caracalla . Erodiano (¿/) (¿yuerodìa-, aggiugne, che Caracalla anche talvolta afpramente motteggiava nus ìbidem, Macrino , trattandolo da uomo da nulla nel meilier dell’ armi, con giugnere ancora a minacciargli la morte. Secondochè s’ha dal medefimo Storico , arrivato il plico delle Lettere , fpedite da Materniano , Caracalla , che in cocchio era dietro a far correre i fuoi cavalli , lo diede a Macrino , come era fuo coilume alle volte , con ordine di riferirgli di poi le cole importanti, e di efeguir intanto 1)10 in quelle , ehe efigeffero rifoluzione. Trovò (e) per quello fortuna -vàie/?*'