Anno XXXIII. 75 aveíTe da correre il Popolo a fprigionar quel infelice Principe. Saziò poi il fuo furore in queft’ Anno con far morire di fame Dru-fo. La favia Agrippina diede anch’eifa fine al fuo vivere , fen-za apparire , fe mancaffe per non volere il cibo , o pure perchè il cibo le foife negato . (a) Furono i lor corpi non già portati nel (a)Diol.rf. Maufoleo d’ Auguflo , ma sì fegretamente feppelliti, che mai non fe ne feppe il (ito. Tutta Roma fi riempiè di dolore e lutto, ma folamentt^ nell’ interno delle perfone , per sì compaifionevol fine della Famiglia di Germanico, Principe tanto amato da ognuno. E pur Infognò , che il Senato rendeiì’e grazie a Tiberio dell’ avvi-fo datogli della morte d’Agrippina, predicata da lui per fua nemica , e adultera , quando era notiffima la di lei infigne oneftà -, ed in oltre convenne decretare, che eifendo morta nel medefimo dì, che Seiano fu uccifo, cioè nel dì 18. d’Ottobre , da lì innanzi in quel giorno fi faceife un’ offerta a Giove in rendimento di .grazie per la morte dell’uno e dell’altra . Restava folo in vita de’Figliuoli di Germanico Gaio Cali-gola (¿) , giovinetto di coftumi lommamente malvagi, ma prov-0>) Tacitas veduto di tanto fenno da farfi amare da Tiberio. Sapea coprirhh' à-c-20, con finta modeltia 1’ animo fuo inclinato alla crudeltà ; non gli fcap-pò mai una parola di difpiacere o lamento per 1’ efilio e per la morte de’Fratelli e della Madre ,• ed ottenne per grazia di poter accompagnare Tiberio a Capri, ftudiandofi quivi di comparir Tempre con vefti fimili a quelle di lui, e d’imitare per quanto poteva le di lui maniere di parlare; di modo che di lui divenuto pofcia Imperadore ebbe a dire Pafììeno Oratore : Non ejfervi flato mai nè miglior Servo, nè peggior Signore di lui. Contraile il medefimo Gaio di confenfo di Tiberio in queft’Anno gli Sponfali con Claudia, o Claudilla Figliuola di Marco Silano. Sotto il dete-ftabil governo di Tiberio gran voga intanto aveano in Roma gli fpioni e gli accufatori parte volontarj , parte fufcitati dal Principe fteifo . Baftava per lo più l’accufare , perchè ne feguiffe il condannare . Fioccavano in Senato i Libelli contra delle perfone, e moltiffimi inviati dal medefimo Tiberio, che col braccio del Senato andava facendo vendette, e pafcendo l’avarizia fua colla morte e col confifco de i beni de’condennati. A parecchi Nobili toccò ancor nell’Anno prefente la difavventura fteffa ; e maffima-mente a i Senatori, tanti de’quali a poco a poco andò egli levando dal Mondo , che non fi poteano più provvedere i governi delle Jaapci‘“s Provincie, (c) Fra 1’altre più memorabili ingiuflizie comm ette Dio eod. lib. K 2 in