192. Annali d’ Italia. na , ma avea ben molto coraggio , e in breve tempo mife in armi circa cento mila peribne di que’ paefi . Contuttociò le mire lue non erano già rivolte a farfi Imperadore -, anzi egli icriiTe toito a (a) Sueton. Servio Sulpicio Galba , Governatore della Spagna Taraconenfe (a), ’¿(feq>ae'9'e Perf°naggi° di gran credito perla fua faviezza , giustizia evalore, efortandolo ad accettar 1’ Imperio , con promettergli anche la iua ubbidienza . Perciò circa il principio d’ Aprile , Gaiba , rauna-ta una Legione , eh’ egli avea in quella Provincia , con alquante fquadre di cavalleria , ed efpoite la crudeltà , e pazzie di Nerone, fi vide proclamato Imperadore da ognuno . Egli nondimeno pre-iè il titolo Solamente di Legato , o ha di Luogotenente della .Repubblica . Dopo di che fi diede a far leva di gente , e a formare una fpecie di Senato . Parve un felice augurio e preludio , 1’ eifere arrivata in quel punto a Tortofa in Catalogna una nave d’ Aleifan-flria , carica d’ armi, fenza che perfona vivente vi foife fopra . In quelli tempi foggiornava l’impazzito Nerone tutto dedito a i fuoi vergognoii divertimenti in Napoli , quando nel giorno anniverfa-rio, in cui avea uccifa la Madre , cioè nel dì 21. di Marzo , gli arrivarono le nuove della ribellion della Gallia , e dell’attentato di Vindice . Parve , che non fe ne metteife gran penfiero , e piuttoilo ne moStraffe allegria fulla fperanza , che il gaitigo di quelle ricche Provincie gli frutterebbe de gl’ immenfi teiori. Seguitò dunque i iuoi fpaifi , e per otto giorni non mandò nè lettere nè ordini, quasiché volefle coprir collìlenzio l’affare. Ma fopraggiunta copia de gli Editti pubblicati da Vindice nella Gallia , pieni d’ ingiurie con-tra di lui, allora fi rifentì . Quel che più gli trafìffe il cuore , fu il vedere , che Vindice in vece di Nerone il nominava coi Suo primo (k) Phdo- Cognome Enobarbo (¿) , e diede poi nelle Smanie , perchè il chia-pollon. m " mava cattivo Sonator da Cetra . Ne conojcete voi un migliore di me ? gridò allora rivolto a i fuoi , i quali fi può ben credere, che giurarono di 110 . Vedendo poi un dopo 1’ altro nuovi corrieri , con più funeiti avvilì, tutto sbigottito corfe a Roma , confolato nondimeno per avere offervato nel viaggio , fcolpito in marmo un Soldato Gallico Strafcinato pe’ capelli da un Romano : dal che prefe buon augurio . Non raunò in Roma nè il Senato, nè il Popolo ; folamen-te chiamò una confulta de’ principali al fuo Palagio , e fpefepoi il reSto della giornata intorno a certi Strumenti muficali, che Sonavano a forza d’ acqua . Fu polla taglia fulla teila di Vindice , ed inviati ordini , perchè le Legioni deli’ Illirico , ed altre foldatefche marciaiTero contra di lui . Ma