Anno CLXXX. 443 te nel Maufoleo di Adriano , e fatta la di lui deificazione fecondo 1’ empio rito d’allora . Venne poi riguardato qual facrilego, chi da li innanzi non tenne la di lui immagine in cafa ( a), e reità Tempre (a) Capital. anche appreffo i poiteri in tale onore la di lui memoria, come diuf^ifico Principe ottimo, che fino il fatirico Giuliano Apoftata(£) il col-(b)juììanus locò in Cielo l'opra Augufto , fopra Traiano , e fopra gli altri più* C(Sfav',b‘ rinomati Regnanti . Non mancarono certamente de i difetti in Marco Aurelio : e chi mai ne va fenza ? La ffeffa fua bontà , e l’abborrimento ad ogni leverità di gaftigo , non potè far di meno, che non cagionaffe qualche difordine con abufarfene i cattivi. E il non aver frenate le diiTolutezze della Moglie ; 1’ aver eletto per fuo Collega Lucio Vero, che noi meritava; ma fopra tutto l’aver voluto o permeffo , che folTe SuccelTor fuo nell7 Imperio , chi ne era sì indegno , recò non poca taccia al fuo nome . Contuttociò tali e tante furono le Virtù lue , che tutti gli antichi Scrittori s’ accordano inifcufare que’ pochi difetti, che in lui fi oil'ervarono . Imperocché oltre al molto , che ne ho già detto di fopra, il folo , efempio del grave, oneffo, e virtuofo Tuo vivere , fervi a riformar non poco i coftumi sregolati de’ Romani. Suo ufo fu anche di mettere ne gli Ufizj, chi egli credeva più dabbene , e più utile al Pubblico ; e perchè niuno ordinariamente fi trovava , che foife perfetto , diceva ( c ) , sfere impoffbile a noi il far gli uomini, come, noi (c) Dio in li vorremmo ,• e che però conveniva valerfi di loro , come fono , cercando Va~ folamente i men difettof fra gli altri. Gli diede veramente la Natura J‘ un corpo debole, o pure il provvide bensì di affai vigore , perchè in gioventù era robufto, facea gli efercizj militari, uccideva alla ’cacciai cignali; ma poi creduto fu, che l’applicazione a gliffu-dj l’indeboliffe , e gli cagionaffe molti incomodi di falute. Contuttociò al pari de’ più vigorofi tollerava le fatiche ; e già fi è veduto , quanti viaggi egli facefl'e, e quanto tempo reffaffé efpofto agl’incomodi della guerra. La Beneficenza gli ffette fopra tutto a cuore ; a quefta fognata Deità ereffe anche un Tempio in Roma. Da alcuni fi delìderò in lui la Magnificenza , e fi farebbe voluto più Liberale, ma con cenfura indebita, perch' egli non am-mafsò mai pecunia per sè ; ed era bensì buon Economo del danaro , ma per valerfene lolamente in bene del Pubblico, fenza mai accrefcere gli aggravj a i Popoli, anzi con ifminuirli alle occorrenze, e con foccorrere fempre ne’bifogni le perfone di merito . Non la finirebbe mai, chi voleffe riandar le belle Maflìme , eh’ ebbe que- llo Principe per regolare non men fe fteffo, che gli altri. Ne lai’ciò Kkk 2 egli