Anno VI. 15 fante aggravio rincrebbe affaiffimo al Popolo Romano} e fecondo l’ufo delle cofe umane fe fu facile l'introdurlo, riufcì poi difficilif-fìmo il levarlo. E però nelle antiche Ifcrizioni s'incontra talvolta l’Ufizio di chi era impiegato in raccogliere queilo tributo. Ai lamenti del popolo fe ne aggiunfero de i più gravi nell’Anno prefente per cagione d’ una fiera careflia, che aftlifTe la Città di Roma, (j) Oltre ad altre provvifioni e fpefe fatte da Auguflò (a) Suno», in aiuto de’Cittadini poveri, fu prefo lo fpediente di cacciar fuo-"2 AuSuiì‘ ri di Città i gladiatori, e gli fchiavi condotti per effere venduti, C‘‘F'42' e la maggior parte de’foreflieri : la qual fomma di perfone afcefe a più di ottanta mila perfone . Finita poi quell’ anguilia , cadde in peniìero ad Auguflo di abolir l’ufo introdotto del frumento, che da i granai del Pubblico fi donava alla plebe , e di cui talvolta erano partecipi ducento e più mila perfone, parendo a lui., che per c*agione di quefla liberalità iì trafcuraife l’agricoltura. Non mutò poi quefl’ufo, perchè pericolofo farebbe flato anche il fo- lo tentarlo ; ma attefe ben da lì innanzi a far più coltivar le campagne, e volea nota di tutti gli aratori, non meno che di tutti i negozianti e del popolo . Più frequenti divennero in queili tempi gl’ incendj in Roma, originati forfè da chi cercava co i rubamen-ti di fovvenire alla fame. Stabilì pertanto il provido Auguflo fette corpi di guardia, chiamati i Vigili, che la notte batteffero la pattuglia: impiego, ch’egli penfava di abolire in breve ; mari-trovato utile , anzi neceffario , fu di poi continuato anche fotto gli altri Imperadori. Diversi guai parimente fi provarono nelle Provincie del Romano Imperio in queil’Anno per le fedizioni e ribellioni de’popoli (/>) . In Sardegna j nell’Ifauria , e nella Getulia dell’ Affrica , (b)dìo,Riebbero delle faccende i foldati Romani, per tenere in freno quel-Jhr.ioc.dt. le barbare genti. Seguitò la guerra in Germania. Tiberio Ce-fare era ivi Generale dell’Armata Romana. Ma per attellato di Dione niuna rilevante imprefa vi fece , quantunque sì Augullo , che egli prendeffero il primo il titolo d’Imperadore per la quin-diceiima volta , e il fecondo per la quarta volta ; il che folo fuccedea, dappoiché s’era riportata qualche vittoria . Potrebbe effere, che i profperofi fucceili dell’armi Romane in Germania nell’ Anno precedente guadagnaffero loro queilo accrefcimento di lu-ilro nel prefente . Secondo Velleio ( c ) s’ era meffo Tiberio in prò- VtlU'm cinto di procedere contra de’Marcomanni, gente per numero e M. i. per bravura fin qui formidabile , e non mai vinta. Meroboduo Re