2.2, Annali d’ Italia: mente dimoravano, per tenere in dovere i Popoli fudditi, ed in (ai Tacitus freno i non fudditi. (a) Tacito fcrive , eifere rtate otto le Legio-fw\*vdUiusn i ’ c^e ^ mantenevano da i Romani al Reno . Pare che Velleio (¿) iii>. 2. c 1 ne nomini folamente cinque . Solevano in que’ tempi eifere cora-Dio lib. jfc. porte le Legioni di fei mila fanti 1’una, ed alcune d’erte aveano la giunta di qualche poco di cavalleria. Il nerbo principale.delle Armate Romane era allora la fanteria. Varo, che povero entrò già nella Siria ricca, e nel partirfene ricco, lafciò lei povera , rt credette di poter fare il meaefimo giuoco in Germania. Cominciò a trattar que’Popoli, come fe follerò una fpecie di fchiavi, eoa abolir le ipro confuetudini, efigerne a diritto e a rovefeio danari, e volere ridurli a ciuella total fommertione e manieradi vivere, che rt ufava fra i Romani. Diede motivo quello fuo governo a molti di tramare una congiura. Arminio, Figliuolo , o pur Fratello di Segimero, giovane prode, e de’principah di quelle contrade, già ammerto alla Cittadinanza di Roma , e all’ordine E-quertre, quegli era, che più degli altri animava i fuoi Nazionali a ricuperar l’antica libertà. Quanto più crefcevano i loro odj, e fi preparavano a far vendetta , tanto più fingevano fommertione a i comandamenti, amore e confidenza alla perfona di Varo, in gui-la tale , che l’avvifo a lui dato da più d’ uno , che fi macchinava una congiura contra de’Romani, da lui fu creduto una baia, nè precauzione alcuna fi prefe . Ora ertendofi per concerto fatto fra loro morti all’armi alcuni de’lontani Tedelchi, Quintilio Varo , merta infieme un’ Armata di tre Legioni, d’ altrettante Ale di Cavalleria , e di fei Coorti aufiliarie, che forfè afeendevano alla fornirla almeno di ventidue mila combattenti, la più brava ed agguerrita gente, che avelie allora i’ Imperio Romano, fi mife in viaggio con groflirtimo bagaglio , per opporfi a i tentativi de’ nemici. Arminio e Segimero fuo Padre , reitati indietro col pretefto di raunar le loro genti in ajuto di Varo, allorché i Romani fi trovarono sfilati e difordinati per felve e llrade difallrofe, all’improv-vifo dalla parte fuperiore furono loro addoffo, e cominciarono a farne macello. Per tre giorni durò il conflitto , ma conflitto mi-ferabile per gli Romani, che non trovando mai iìto in quelle montagne da poterfi unire, fchierare e difendere, rimafero quafi tutti vittima del furore Germanico. Varo, e i principali dell’efercito, dopo aver riportate molte ferite , per non venire in mano de’ nemici , da sé ilefli fi diedero la morte . Tutto il carriaggio , e le in-fegne Romane reilarono in poter de’Germani. Per atteftato di Taci-