86 Annali d’ Italia. guente fofTe il primo ad entrar in Tua camera ; e quelli fu Cali-gola , a cui pofcia raccomandò il giovinetto Tiberio, quantunque ferivamo, che per Aerologia antivedeffe , che Gaio Caligola gli (ì.)Dioi.sS. dovea levare la vita •> Altri (a) liajino detto, che Tiberio non antepofe il fuo naturai Nipote , pe*chè la feoperta amicizia di Livilla di lui Madre gli fece dubitare , fe foffe veramente Figliuolo di Drufo fuo Figliuolo . Tifttavia pare , che fi accordino Filo- (b) Philo di ne Ebreo (¿>), Suetonio, e Dione in dire, che Tiberio in due Legation. fUoi Teftamenti lafciò egualmente eredi Caligola , e il giovane Sueton. in <71-. 0 n ■> o Tibcr.c.76. liberto. Ora Gaio Caligola per aiììcurarfi di prendere la fortuna pel ciuffo, faCea la corte a Macrone, potentiilimo Ufiziale, perchè Capitano delle guardie, cioè di dieci mila Soldati, che erano il terrore di Roma . Nè melf follecito era a farla ad Ennia Nevia di lui Moglie; anzi fu creduto, che paiTaife tra loro un’infame corriiponde#za , e di ciò non fi metteffe penaMacrone, giacché anch’egli dal fuo canto avea de i motivi di guadagnarti l’affetto di Gaio , perchè parea più facile che in lui cadeffe l’Imperio. Però parlava fempre bene di lui a Tiberio , feufandone i difetti, in guifa che un di Tiberio gli rimproverò quello grande attaccamento a Gaio con dirgli d'ejjerfì ben avveduto , eh’ egli abbandonava il Sole d ’ Occidente, per fegiùtare il Sole d’ Oriente. Era (c)Dio ìbìd. crefciuto il male di Tiberio( c), cd avea già patito alcuni sfini-T.jcttus hb. menti. Gliene arrivò uno fpezialmente nel di 16. di Marzo così Sucton. ìbìd. gagliardo , che fu creduto morto . Caligola ufcì del Palazzo ; a **p- 73' folla corfero i Cortigiani a rallegrarfi con*lui: quand’ecco efee uno di Corte, che riferifce effere tornato in sè Tiberio, e chiedere da mangiare. Allora tutti Spaventati, chi qua chi là colla teda buffa sfuriarono . Gaio fenza poter parlare , più morto che vivo ricorre a Macrone . Ma quelli nulla atterrito , sa ben trovar tolto la maniera di calmare l’altrui fpavento. Non van d’accordo gli Scrittori nel dirci, come Tiberio fi sbrigaffe dal Mondo . Seneca citato da Suetonio fcriffe , (¿ie o fia che Tiberio fi fen-tiffe venir meno, o che la fua lia P avelie abbandonato , come è fucceduto in tanti altri cali di Principi morti fenza Parenti, chiamò e niuno rilpondendo fi alzaffe dal letto , e poco lungi di là caduto, fpi rafie. Raccontano altri, che Gaio Caligo-la gli avelie dato un lento veleno , che Cuccile. Altri, che lot- U t * 7 to pretello di rifcaldarlo , Macrone gli faceffe metter addoffo di molti panni, che il Soffocarono ; ovvero , che gli negaffe da mangiare ,