3 6 Annali d’ Italia. a voi profejjo ( il che fe dovejfe avvenire , dejìdero più. toflo, che la. mone mia prevenga la muta^ion della voflra ppinione ) queflo titolo di Padre della Patria niente d’onore recherebbe a me , e fervirebbe folo di rimprovero a voi, per aver fallato in giudicare di me , e per avere fpropojltatamente dato a me un cognome, che non mi conveniva. Benché paflafle in lui per eredità il titolo d’Auguflo , pure non l’ufava fe non talvolta in ifcrivendo a i Re ; e ìfolamente leggendolo , o afcoltandolo a sè dato, non 1’ avea a male : e però fovente fi trova nelle Ifcrizioni e Medaglie d’ allora . Il nome sì di Cefare era a lui famigliare ; e talora usò il cognome di Germanico , per le vittorie riportate in Germania , Siccome ancor quello di Principe del Senato, cioè di Primo fra i Senatori. Soleva perciò dire, ch’egli era Signore de proprj Schiavi, Imperadore ( cioè Generale ) de Soldati, e Primo fra gli altri Cittadini di Roma . Per la fleflà ragione vietò fulle prime ad ognuno il fabbricargli de i Templi, come s’era fatto ad Augufto j nè volle Sacerdoti, e Flamini. Col tempo permife ciò alle Città dell’Aiìa, ma noi volle permettere a quelle della Spagna , e d’altri paefi. Che fe talun de-fiderava d’innalzargli Statue , o di efporre l’Immagine fua , noi potea fare fenza di lui licenza -, e quefta fi concedea fempre colla condizione, che non fi metteflero fra i Simulacri degl’Iddii, ma folamente per ornamento delle cafe. Altre fimili diltinzioni d’ onore rifiutò egli, e fopra tutto amava di comparir popolare ; camminando per la Città con poco feguito, e fenza voler corteggio fervile di gente nobile ; onorando non folo i Grandi , ma anche la baila gente ; e tenendo al fuo fervigio un difcreto numero di fchiavi. Nel Senato poi, e ne i giudizj del Foro, non fi piccava punto di preminenza, dicendo, e lafciando , che ogni altro liberamente diceiTe il fuo parere , nè fi fdegnava , fe fi rifolveva in contrario al fuo . Niuna rifoluzione prendeva egli mai fenza fentire i Senatori Coniìglieri eletti da lui. Era follecito in impedire gli aggravj de’Popoli, e le eftorfioni de’Miniflri; e ad alcuni Governatori, che l’efortavano ad accrefcere i tributi, o pure a quel dell’Egitto, che mandò più danaro di quel, che fi folea ricavare rifpofe : Che le Pecore s han da tofare, e non già da levar loro la pelle. In fomma Tiberio avea tella, per eifere un ottimo (j) dìo!. S7. Principe , e gloriofo Imperadore,- e pur peiJimo riufcì, perchè T*citus An- all’ intendimento prevalfe di troppo, ficcome vedremo, la rna-HSna *'ua inclinazione, (a) All’incontro Livia Augufla fua Ma-Titer. c. so. dre, Donna gonfia più d’ ogni altra di fallo e di vanità, facea gran