Anno CXXXVIII. 565 eflere oramai fprezzato dal Senato, cominciò a farlo prorompere in alcune azioni di crudeltà . Si credettero alcuni, che naturalmente Adriano inclinaffe a quello vizio, e le ne allenefieper loia paura , tenendo davanti a gli occhi il fine di Domiziano . Ma Dione (¡2) (a.) DioI.et lo niega , e da quanto abbiam detto finora , può apparire , che fo-lamente per qualche efaltazion di bile incrudelì. S’ aggiunfe in que-ili tempi una failidiofa malattia, che gli fvegliò il mal umore e la rabbia non folamente contra de gli altri, ma infin contra di fe flef-fo : il perchè venne meno in lui la manfuetudine, e la clemenza . Si sa, ch’egli fece morire Serviano fuo Cognato , cioè Marito di Paolina fua Sorella già defunta. ( ¿) Finquì l’aveva egli amato (b)spartia-ed onorato fopra gli altri; l’avea promoffo al terzo Confolato ; e in Ha-fempre ulciva ad incontrarlo fuori della camera , ognivoltachè fa- drtan0' peva il di lui arrivo al Palazzo . Ma dappoiché fu compiuta l’ado-zion d’ Antonino , nacque fofpetto in Adriano , che Serviano , benché vecchio di novantanni, meditale di falire fui Trono , deducendolo dall’aver egli mandata la cena ai Servi della Corte , dall’ efferfi un dì melTo a federe con gran pofieiTo fulla Sedia Imperiale, che {lava a canto del fuo letto , e dall’ eiìer entrato pettoruto nel quartier de’ foldati , quafi per farfi conofcere tuttavia atto al comando. Dione ( c) efprefiamente fcrive , che Serviano , e Fofco di CO Dio ib. lui Nipote fi rifentirono per l’elezion d’Antonino, credendoli aggravati , perchè Adriano avelie antepollo chi non era parente ad un Nipote di fua Sorella. Perciò Adriano li fece uccidere amendue. Raccontano , che Serviano prima d’effere ilrangolato , fi fece portar del fuoco , e meffovi fopra dell’ incenfo, come in atto di fa-grifizio , diffe : Voi immortali Dii, che ho per teflìmonj della mìa in-nocen?La , prego d’ una fola grafia , cioè , che Adriano , benché ardentemente brailli la morte, non poffa morire. Forfè fu una frottola inventata per quello, che pofcia avvenne . D’altri, che follerò ucciii per ordine di Adriano , non parla Dione , che pur fu più vicino a quelli tempi. Ma Sparziano fcrive , che parecchi altri furono levati dal Mondo o fcopertamente, o per infidie ; e corfe fin voce , che Sabina Augufìa , la qual forfè finì di vivere in quelli tempi, per veleno datogli da Adriano terminaffe i fuoi giorni. Sparziano la tien per una favola. In fatti niuno è più fuggetto alle dicerie del Popolo, che i gran Signori. Aurelio Vittore ( d') , ^ benché più lontano da quefli tempi, arrivò a fcrivere, che Adriano , ivior in prima di morire , fece ammazzar molti Senatori; che Sabina per 1 i :Utne‘ gli llrapazzi a lei ufati dal Marito , volontariamente fi diede la Zz 2 mor-