t IO Annali d’ I t a l i a . fetore, non lafciò ordine, che fi feppelliifero ; anzi dille , che /’ odore di un nemico mono fapea di buono . Menava feco circa fef-fanta mila combattenti , fenza i famigli ed altre perfone deitina-te al bagaglio , eh’ erano più del doppio . Dovunque paifava quella gran ciurma , lafciava lagrimevoli fegni della fua rapacità e barbarie . Verfola metà di Luglio arrivò a Roma, e fe non era dillornato da" fuoi amici , volea farvi 1’ entrata in abito da guerra, come in una Città conquiilata. L' accompagnavano man-dre di Eunuchi e Commedianti fecondo 1’ ufanza del fuo maeltro Nerone , e quelli ebbero poi parte a gli affari . Trovata Sejlilia fua Madre nel Campidoglio , le diede il cognome d’ Augufla ; ma ella non fe ne rallegrò punto , anzi lì vergognava di avere un sì indegno Imperadore per Figlio . Morì ella dipoi in quell’ Anno , non lì sa , le per iniquità del Figliuolo , o per veleno da lei pre-fo prevedendo i mali , che doveano avvenire . Fece dipoi Vitellio una nuova leva di Coorti Pretoriane lino a fedici , tutte di mille uomini per cadauna , e gente feelta . Due furono i Prefer- ii del Pretorio , cioè Publio Sabino , e Giulio Prifco . Valente , e Cecina potevano tutto in Corte , ma lempre fra loro difeordi. Diedefì poi quello ghiottone Augullo , come era il fuo ilile , a fare del fuo ventre un Dio , ma con eccelli maggiori, a mifura della Dignità e del comodo accrefciuto : Il fuo meiliere cotidia-110 era mangiare e bere e vomitare , per far luogo ad altri cibi e bevande . Confumava in ciò tefori -, e molti lì Spiantarono per fargli de’ conviti . Non illimava , nè lodava quello moflro fe non le azioni di Nerone , e le imitava bene fpelfo , inclinando (a) r»stoit. anche alla crudeltà , di cui rapporta Suetonio ( a ) varj efempli ; e iopravvivuto molto, forie farebbe riufeito anche in ciò non dÌoIÌj.éj,. inferiore a lui . La maniera di guadagnarlo foleva effere 1’ adulazione ; ma iìccome egli era timido e fofpettofo , poco ci voleva a difgullarlo . E fin qui abbiam veduto le due Tragedie di Galba , e di Ottone . Ora è tempo di pallàre alla terza . Di niuno più temeva Vitellio , che di Flavio Vefpajìano , Generale dell’ armi Romane nella Giudea , dive lì continuava la guerra con apparenza , eh’ egli foife per attediar Geruialemme . Allorché gli venne la nuova, eh’ elfo Vefpalìano , e Licinio Mudano , Governator della Soria , il riconofcevano per Imperadore , ne fece gran fella . Ed in vero fulle prima niuno mai s’ avvisò , che Vefpalìano potelTe arrivar all’ Imperio , nè egli vi afpirava , perchè balfamente nato a Rieti, e man-