Anno XIV. 35 ozio non macchinaiTero altre Sedizioni , Germanico li condutte addotto alle terre nemiche , dove impiegarono i penfieri e le mani , per far buon bottino. Certo è , che Germanico , le avette voluto , farebbe flato Imperadore Augulto : tanto egli avea in pugno 1’ affetto di quel potente efercito , e il cuore eziandio del Popolo Romano . Mafuperior fuall’ Ambizione la fua Virtù. Cor-dialiflìme lettere perciò fcriffe a lui , e ad Agrippina fua Moglie , Tiberio per ringraziarli (a ) ; fece anche un Dell’ encomio di loro (a)Dioi. nel Senato -, ed ottenne a Germanico la Podeftà Proconfolare , che forfè dovea effere terminata la dianzi a lui accordata . Tuttavia ,.Cap. ¡6. internamente continuò più che mai ad odiarli, paventando fempre, che in danno proprio fi potette convertire un dì 1’ amore proiettato dalle milizie a Germanico . (¿) Non finì queft’ Anno , che Giù- (b) Tadtus lia , Figliuola d’ Augufto , e Moglie di Tiberio , già per gli ecceilìlbld' c'57' della fua impudicizia , relegata in Reggio di Calabria , fu lafcia-ta , ovvero fatta morire di ftento , fe pur non fu in altra più fpe-dita maniera . Sempronio Gracco bandito anch’egli , già pattava il quattordicefimo anno , da Augufto nell’ Ifola di Cerfina pretto 1’ Affrica , in gaftigo della fua dilonefta amicizia colla fuddetta Giulia , fu anch’ egli tolto di vita . Anno di Cristo XV. Indizione m. di Tiberio Imperadore z. ~ rv ìDruso Cesare Figliuol di Tiberio, Conloll S XT r l Gaio Norbano Flacco. FU maflìmamente in queft’Anno un belvedere , con che attenzione , moderazione , e modeftia fi applicaffe Tiberio al pubblico governo . (c)Non volle, che fi premetteffe al fuo nome (c)flró/.;7.. il titolo d’ Imperadore . Si adirava con chi ofaffe chiamarlo Signo- Suctomui re ; e a’ foli foldati permetteva il nominarlo per Imperadore : giac- lcndJ_lb2e‘°‘ chè tal nome , ficcome diflì , folamente allora fignificava Generale d’ Armata . Il gloriofo nome di Padre della Patria non permi-fe mai , che il Senato glielo dette , forfè perchè abborriva 1’ adulazione , ed egli in fua cofcienza dovea forfè fapere di non poter- lo meritare giammai . E certamente Scrivendo una volta al Senato , ( d) che vilmente il pregava di ricevere quéfto titolo , ditte : (d) suaon. Se per mia dijavventura un qualche dì accadejje , che voi dubita-llld-ca?-67-Jle della mia buona intensione , e della fincerità dell’ affetto che E 2 a voi