A N N 0 X I V . 31 ogni cinque anni in onor fuo fi facevano all’ ufanza de* Greci. V’ andò , ma portando feco una molefla diarrea , cominciata in Roma. Dopo avere affittito a quella magnifica funzione, e licenziato Tiberio , fi 'rimile in viaggio per torna'rfene a Roma. Aggra-vatofi il fuo male , fu forzato a fermarli in Nola, dove poi placidamente morì nel dì 19. d’Agofto , cioè nel Mefe, nominato prima Sellile , e pofcia dal fuo nome Augufto, che tuttavia dura , e in quella medefima fianza , dove Ottavio fuo Padre era mancato di vita . Sofpetto corfe ( a ), che V ambiziofa fua Moglie Livia, ap- (a) Sucton. pellata anche Giulia , percjbè adottata per Figliuola da effo Augu- Tacitus, ilo con iftravaganza non lieve , gli avelie proccurata la morte con l0' de i fichi avvelenati. Imperocché dicono , che in quelli ultimi tempi Augufto , o perchè già conofceffe il mal talento di Tiberio Fi-gliaftro fuo , o perchè gli pareffe più convenevole di anteporre A-grippci, Figliuolo di Giulia fua Figlia, ad un Figliuolo di fua Moglie Livia , avelie cangiata maffima intorno alla fucceflione fua ,• e che fegretamente coll’accompagnamento di pochi fi foffe portato e vifitar effo Agrippa, che trovavafi allora relegato nell’Ifola della Pianofa, con dargli buone fperanze. Avendo Livia penetrato queflo fegreto affare, s’affrettò, fecondo i fuddetti Scrittori, ad accelerar la morte del Marito. Ma non par già verifìmile, che Augufto sì vecchio voleffe prenderfi l’incomodo di arrivar fino alla Pianofa , vicina alla Corfica ; nè potea ciò farfi, fenza che Li-via ed altri noi veniflero a fapere . L’affetto poi dimoftrato da Aur guflo fui fine di fua vita alla medefima Livia , e a Tiberio , il quale richiamato dal fuo viaggio ( b') arrivò a tempo di vederlo vivo, (b) VcMus e di tenere un lungo ragionamento con lui, non lafcia trafparirel,b- *• fegno d’affezione di effo Augufto verfo il Nipote Agrippa , nè di mal animo contra del Figliaftro Tiberio, o di fu a Madre . Comunque fia, terminò Augufto i fuoi giorni in età di quali . fettantafei anni, e di cinquanta fette anni e cinque meli dopo la mort'e di Giulio Cefare. Tanto anticamente, quanto ne’due ultimi Secoli, fi vide poflo fulle bilance de’ Politici e de i Declamatori il merito di quello ìmperadore, lacerando gli uni la di lui fama , per avere oppreffa la Repubblica Romana, e gli altri encomiandolo, come uno de’più gloriofi Principi, che s’abbia prodotta la Terra. La verità fi è, che han ragione amendue quefte fazioni, confiderata la diverfità de’tempi. Non fi può negare ne’prin-cipj il reato di tirannia e di crudeltà in Augufto verfo la fua Patria; ma fi dee ancora concedere, che il profeguimento deila fua vita