Anno CXCIII. 477 gittato nel Tevere, ficcome il ufava co’ malfattori più efecrandi. Ma quel corpo di permiilione di Pertinace era già flato fegreta-mente feppellito in qualche fepolcro , e di là fra qualche tempo Pertinace lo fece trafportare nel Maufoleo d’ Adriano , perchè non gli piaceva d’irritare i Pretoriani, troppo innamorati dell’eflinto Re-gnante. Fatta fu anche iftanza dal Senato, che lì rompeiTero tutte le Statue di Commodo, e lì aboliffero tutte le fue memorie . Non perdè tempo il Popolo ad efeguirne il decreto . A Pertinace furono nello fleffo tempo accordati tutti i titoli confueti de gl’Im-peradori. Scrive Capitolino ( a ) , che a Flavia Tiziana di lui Mo-> (a) Capital. glie fu dato il titolo di Augufla -, ma si egli, che Dione Senatore ,tnPertinWi preferite allora a tutti quegli affari, aggiungono, averle bensì il Senato decretato queffo onore , ficcome ancora al di lui Figliuolo il titolo di Cefare-, ma che Pertinace ricusò l’uno e l’altro , perchè non mirava peranche abbaftanza affodato il fuo Imperio, conosceva 1’umor petulante della Moglie, nè gli pareva, che il Figliuo- lo di età anche tenera foffe capace di tanto onore . Diede egli principio al fuo governo con ottime idee , e rettiffìma volontà . Dovea pagarli il regalo promeffo a i Pretoriani, e a gli altri Soldati di Roma, e nell’erario non fi trovò più di venticinque mila Scudi . Mi-fe perciò (¿) in vendita le ftatue, l’armi gioiellate , i cavalli, le (b)D/o/,7$ carrozze , gli fchiavi, le concubine , e tutte l’altre vane fupellet-tili di Commodo , tanto che ne ricavò danaro da pagare in parte il regalo pattuito co i Soldati, e da fare un donativo al Popolo di cento Denari per tefta . Emilio Leto nello fteffo tempo fpogliò d’ordine fuo tanti buffoni, che Commodo avea fmifuratamente arricchiti co i beni de’Senatori uccilì. Trattava il buon Pertinace, uomo lenza faffo, cortefemente con tutti, ed affabile era maffimamen-te co i Senatori, ciafcun de’ quali potea liberamente dire il fuo parere ; e diceva anche egli il fuo , ma con tranquillità e rifpetto a quello de gli altri. Or quelli, or quelli voleva alla fua tavola, tavola propria di un Principe, ma frugale. Per quella frugalità vf erano de i ricchi e magnifici, che il mettevano in burla ; ma da tutta la gente favia ne veniva egli ben commendato. Applicoflì a riformar le fpefe fùperflue , a levar gli abufi introdotti, a pagare i debiti del Pubblico . A i Pretoriani, e alle altre milizie non fu più permeffo il rubare , nè il far infolenze ed ingiurie a chicheffia. Cef-farono le fpie , e gli accufatori ; furono caffate le ingiufte condan^ ne ; reftituiti i beni indebitamente confifcati ; richiamati i banditi -, e fi potè dar fepolmra convenevole a chi in addietro non la potè confe-