1^4 Annali d* Italia. anelò cercando tutte le macchie e i nei de’ precedenti Augufti, non potè non confeffare , che Traiano fuperò tutti gli altri imperadori nella bontà e nella dolcezza : il che punto non facea fcemare in lui lamaeilà, e ne’Sudditi il rifpetto verfo di lui. Per quella via , e col moilrar amore a tutti, egli era fommamente amato da tutti, odiato da niuno ; e dapertutto fi godeva una fomma pace , e un’ invidiabil tranquillità, come fi fa nelle ben regolate famiglie. L’Adulazione come in paefe fuo proprio fuol’ abitar nelle Cor- (a)Tlìnìusti ; non già in quella di Traiano , che F abborriva. (a) E però nè in Panegyr. pUr gradiVa , che fe gli alzaflero tante Statue, come in addietro fi era praticato con gli altri Auguili, e di rado permetteva, che fe gli faceiTe quell’ onore, nè altri, che puzzaiTero d’adulazione . Per altro moilrava egli piacere , che il nome fuo compariffe nelle fab^ briche da lui fatte o rifarcite, e nelle Ifcrizioni de’ particolari; laonde apparendo poi eiTo in tanti luoghi, diede motivo ad alcuni di (b) Arnmìa- chiamarlo per ifcherzo (¿) Erba Parietaria , erba che fi attacca Turefiùsv) a^e murag^e • Ma conferendo le cariche, nè pur voleva eiTerne ciorinEpit. ringraziato , quafich’egli foiTe più obbligato a chi le riceveva, che eiìi a lui. Le ordinarie lue occupazioni con Allevano in dar’udienze a chi ricorrea per giuilizia , per bifogni, per grazie , con ifpedir prontamente gli affari , fpezialmente quelli, che riguardavano il ben pubblico . Sapeva unire la clemenza , la piacevolezza colla fe-verità e coilanza nel punire i cattivi, nel rimediare alle ingiuilizie de’Magiilrati, nel pacificar fra loro le Città difeordi. Sotto di lui in materia criminale non fi profferiva fentenza contro di ehi era af-fentey nè per meri lofpetti, come fi ufava in addietro, fi condan- (c) irge ?. nava alcuno. Un belliffimo fuo referitto vien riferito ne’Digeili(c), p!f„cf-S c!e cioè : Meglio è in dubbio lafciar impunito un reo, che condannare un innocente. Sotto altri Principi il Fifco guadagnava fempre le (A) p//»n«caufe.Non già fotto Traiano , che anche contra di sè amava che in Panegyr, foffe fatta giuftizia. Quanto era egli lontano dal rapire la jroba altrui , altrettanto era alieno dal nuocere o inferir la morte ad alcuno. A’fuoi tempi un folo de’Senatori fu fatto morire, ma per fentenza del Senato, e fenza notizia di lui, mentre era lungi da Ro-xna : tanto era il rifpetto, ch’egli profeiTava a quel nobiliffimo Ordine.,( d) Ed appunto in queir Anno fu un bel vedere , come creato Confole egli fi conteneffe nel Senato , in efercitando quell’ eminente Dignità . Nel primo giorno dell’ Anno voile falito in palco nella pubblica Piazza preilare il giuramento di offervar le Leggi , folito a preilarfi da gli altri Confoli, ma non da gl’ imperado-