Annali d’ Itàiia,- mani, e che nons’avea a mettere cosi a repentaglio la riputazion del Romano Imperio. E perciocché a cagion di quella sì rigorofa f'milizia r efercito fuo fi mofle a Sedizione , faltò Calilo fuor del-a tenda in foli calzoni, gridando : Ammazzate me , fe avete tati-to ardire , ed aggiugnete quejlo delitto all’ altro della difciplina da voi trafgredita . Quello fuo non temere fu cagion , che i foldati temef-fero daddovero , e fi quetaifero. Ma divolgata una sì fatta a-zione , mile tal terrore ne’Barbari, che fpedirono a Marco Aurelio , lontano allora da quelle Contrade, fupplicandolo di dar loro la pace per cento anni avvenire . Al rovefcio di Caflio era eifo Imperadore tutto amorevolezza e bontà verfo de’ Soldati, e ben li (a)Dio 1.71 trattava; ma non volea già, che delfero la legge a lui. (a) Dopo una fanguinofa battaglia, riufcita felice all’ armi Romane, gli dimandarono i foldati paga doppia, o altro donativo . Nulla volle dar loro con dire, che il di più del [olito, che avejje dato, bisognava cavarlo dal jangue de loro parenti, e eh’ egli ne avrebbe renduto conto a Dio . Nè ceifava 1’ infaticabil Augullo , sbrigato che era dalle faccende militari, di afcoltare e decidere le caule e liti occorrenti. Si trovava egli nella Città di Sirmio, fua ordinaria fb) Orojlus refidenza durante quella guerra, benché Paolo Orofio(¿) feriva, in v.ifior. ch’egli per tra anni fi fermò a Carnunto , Città vicina a Vienna d* (c) Phiioflr. °ggidì, quando arrivò Erode Attico (c) celebre Oratore di quelli in Ikrode tempi, e llato già Confole, per cagion d’una lite affai calda, eh’ Mttcoi egH avea con la fua patria Atene . Vi giunfe anche il Deputato de gli Ateniefi, per nome Demoflrato, che fu ben accolto da Marco Aurelio, Principe naturalmente inclinato a favorir le Comunità, più che i privati. Prefe ancorala protezion della Città Faujìina Augujla, la quale fecondo l’ufo d’altre Imperadrici, accompagnava il Marito Augullo alla guerra ,• e- fino una lor Figliuola di ioli tre anni, facendo carezze al Padre Augullo, gittandofi a’ fuoi piedi ^ e balbettando gli raccomandava la caufa de gli Ateniefi . Di tutto informato Erode Attico, allorché fi dovette trattar la caufa davanti all’ Imperadore, lafciatofi trafportar dall’ ira fuori dillrada, a vifiera calata declamò contro al medefimo Imperado-re, con giugnere fino a rimproverargli, che fi lafcialfe governar da una Donna e da una Fanciulla di tre anni. E perchè Rufo BaJ-feo Capitan delle guardie gli diife , che quejla maniera di parlare gli potrebbe cojìar la vita, Erode gli rifpofe ,' che un uomo della fua età ( era affai vecchio ) nulla avea da temere, e voltategli le fpalle fe n’andò via. Marco Aurelio fenza mai feomporfi , lènza