5 2.4 Annali d’ Italia tanto quello, che riguardava 1’utilità del Pubblico. Andava appretto al Senato , e al Configlio , per udire i contraddittorj , e decidere le caufe , concedendo il tempo prefcritto a gli Avvocati per dedurre le ragioni delle parti litiganti , e lanciando una piena libertà ai Senatori di efporre il lor Sentimento . Venuto il mezzodì montava a cavallo , per far di nuovo quell’ efercizio di corpo , e dipoi andava al bagno . Pranzava Solo , o pur co’ fuoi Figliuoli , e con lautezza, ma Senza invitarvi i Senatori , come in addietro coltu-marono di fare varj Imperadori . V’ intervenivano effi folamente in certe Felle folenni dell’ Anno , ed allora ne ’ di lui conviti non fi defiderava punto la magnificenza . Dopo il pranzo dormiva , e non Eoco. Svegliato paiTeggiava , dilettandoti in quel mentre di Studiar ettere , o iia V erudizion Latina e Greca . Tornava al bagno ver-fo la fera , e poi cenava co’ fuoi dimeitici. Le applicazioni fue pel buon governo di Roma fi {tendevano anche alle Provincie , fapen- (a) Aurelius do egli Scegliere le perfone più abili a ben reggere i Popoli -, ( a ) e ì'iilor. in e- più volentieri dava que’ Governi a chi vi era itaio dianzi Luogo-Ìn°Tpàrtia- tenente ,es’ era acquiltato credito , Siccome perfone più pratiche »ut insev. di que’paefi; nè permetteva , che fi vendeifero le cariche . Per 1’ amminiitrazion della Giuitizia fi ferviva egli d’eccellenti Giuris-confulti. Uno d’effi fu Papiniano , celebre anche oggidì pel fuo profondo Saper nelle Leggi, che giunfe ad efl'ere Prefetto del Pretorio . Quelli prele per fuoi Afsefsori o Configlieri Paolo , ed Ul-piano , perfonaggi anch’effi rinomatiffimi nella Scienza Legale .Però molte Leggi utili d’ efso Severo fi leggono ne’Telli di Giullinia-no.Una ve n’ha, in cui permette ai Giudei di poter efl'ere pro- (b) i. j. ff. molli a gli Ufizj ed onori . Sotto quello nome fi pensò il Cardile Decur. naj gar0ni0 dopo 1’ Alciato , che fofsero comprefi anche i Criilia- ni : il che quantunque cofa dubbiofa, non è però inverifimile . Ben certo è , che quella Legge non venne da Marco Aurelio e Lucio Vero , come fu creduto , ma bensì da Severo ed Antonino , cioè Cara-calla, Augulti. Odiava Severo fopra tutto i ladri ed afsaffini, e li perfeguitava dapertutto . La libertà della lafcivia era giunta all’ eccelso in Roma . Severo non folamente ci vien defcritto per uomo continente , ma che abborriva in altrui gli adulterj. Però abbiamo (c)D/o 2.76. alCUne Leggi da lui pubblicate contra di quello vizio . E Dione ( c) confetta d’ aver trovato ne’ Regillri criminali d’ allora , che furono accufate d’adulterio tremila perfone -, ma perchè non fi profegui-vano poi i procelìì, fi ridufsero a nulla le provvifiom fatte per que- llo dall’ Imperadore . E a ben conofcere, quanto foffero in ciò de-