Annali d’ Italia. con ciò il batticuore a ciafcun’ altra perfona di vaglia , giacché in tempi tali 1’ eifere virtuofo era delitto . Non parlo d’ altri o con-dennati o eiiliati da Nerone nell’ Anno prefente , mentovati da Tacito , la cui Storia qui ci torna a venir meno , perchè 1’ argomento è tediofo. Secondo il concerto fatto con Corbulone Governator della Soia) Dìoi.63. ria , Tiridate Fratello di Vologefo Re de’Parti, (a)fimoffe in queiFAnno, per venir a prendere la Corona dell’Armenia dalle mani di Nerone , conducendo feco la Moglie , e non folo i Figliuoli Cuoi, ma quegli ancora di Vologefo , di Pacoro , e di Monobazo, e una guardia di tre mila cavalli. L’ accompagnava Annio Viviano, Genero di Corbulone, con gran copia d* altri Romani. Nerone , che forte fi compiaceva di veder venire a Tuoi piedi quefto Re barbaro , non perdonò a diligenza ed attenzione alcuna , affinchè egli nel medefimo tempo foffe trattato da par fuo , e comparifle a gli occhi di lui la magnificenza dell’Imperio Romano. Non volle Ti- (b) Piinìus ridate ( b ) venir per mare , perchè dato alla Magia peccato riputa-¿ÌÌ.30.C.2. ya |0 fpUtare ? o il gittar qualche lordura in mare. Convenne dunque condurlo per terra con fommo aggravio de’ Popoli Romani ; perchè da che entrò e fi fermò nelle Terre dell’ Imperio , daper-tutto fempre alle fpefe del Pubblico ricevè un grandiofo trattamento ( il che coftò un immenfo teforo), e tutte le Città per dove pafsò , magnificamente ornate , 1’ accolfero con grandi acclamazioni. Marciava Tiridate in tutto il viaggio a cavallo, con la Moglie accanto , coperta fempre con una celata d’oro, per non effere veduta, fecondo il rito de^iuoi paefi , che tuttavia con rigore fi of-ferva. Paffato per la Bitinia, Tracia , ed Illirico, e giunto in Italia, montò nelle carrozze, che gli avea inviato Nerone, e con effe arrivò a Napoli, dove F Imperadore volle trovarli a riceverlo. Menato all’udienza, per quanto diceffero i Malèri delle cerimonie , non volle deporre la fpada. Solamente fi contentò , che foife ferrata con chiodi nella guaina. Per queita renitenza Nerone concepì più itima di lui ; e maggiormente fe gli affezionò , allorché fel vide davanti con un ginocchio piegato a terra, e colle mani alzate al Cielo fentì darli il titolo di Signore. Dopo avergli Nerone fatto godere in Pozzuolo un divertimento con caccia di fiere e di tori, il conduffe feco a Roma. Si vide allora quella vafhiìima Città tutta ornata di lumi, di corone , di tapezzerie , con Popolo fenza nume-ro, accorfo anche di lontano , veiìito di vaghe velli, e co i foldati ben compartiti coll’armi loro tutte rilucenti. Fu fopra tutto mirabile