Era in gran voga per queili tempi in Roma la Strologia Giu-(i)Dioitid. diciaria , ca anche la Magia. ( a ) Della prima rt dilettava lo fteflo Tiberio , tenendo in fua cafa uno di quefti venditori di fumo, chiamato Traiìllo , e volendo ogni dì udire di lui quel, che dovea fuccedere in quella giornata . Trovandoiì beffato da coftui, le ne sbrigò col farlo uccidere ,• poi perfeguitò tutti gli altri fabbricatori di prognortici . E perchè non erano efeguiti gli editti intorno a querti impoftori , chiunque de’ Cittadini Romani fu per tal cagione denunziato dipoi , n’ebbe per gaftigo l’efilio . Solennemente ancora fu vietato a chichefia il portar vefti di feta , perchè di fpefa grave , non facendofi allora feta in Europa ,• ficcome fu parimente proibito il tener vali d’oro, fe non per valerfene ne’ fa-grifiz) ; e nè pur furono permeffi vafid’ argento con ornamenti d’ oro . Affettava Tiberio la purità della Lingua Latina , e fopra tutto ufava i vocaboli antichi d’ Ennio e di Plauto . Effendogli in' un Editto fcappata una parola non Latina , n’ ebbe fcrupolo , e volle afcoltare il parere de’ più dotti Grammatici , i quali quali tutti la dichiararono buona , da che era ftata ufata da sì gran Dottore e Principe , qual’ era Tiberio . Con tutto ciò faltò su un certo Marcello , dicendo , che potea ben Cefare dar la Cittadinanza di Roma agli uomini , ma non già alle parole : bolzona-ta , che ferì non poco Tiberio, e nondimeno feppe egli fecondo il fuo coftume ben diffimularla . Proibì ancora ad un Centurione il fare teftimonianza nel Senato con parole Greche , tuttoché egli in quello fteffo luogo aveffe udito molte caufe trattate in Greco , ed egli medefìmo talvolta iì foffe fervito dello fteffo linguaggio per interrogare . Anno di C R i s T o xvil. Indizione v. di Tiberio Imperadore 4. ~ f Gaio CecilioRufo, on 01 1 Lucio Pomponio Flacco Grecino. IL Primo de1 Confoli ne gli Annali ffampati di Tacito è chiamato Celio ; Cecilio in quei di Dione . E così appunto iì dee appellare . S’ è difputato fra gli Eruditi intorno a quefto Nome . (¿) T^faur- Credo io decifa la lite da un Marmo , da me dato alla luce ( b ) , che fi dice porto C. CvECILIO RVFO , L. POMPONIO FLACCO COS. Erano inforre nell’ Anno precedente varie turbolenze fra