Anno CCXII. buonamente corfe colà. Quando fu dentro , fecondo Erodiano (a), (a)Ucrodia- lo fteffo Caracalla di fua man lo fcannò. Dione ( b ) , che fcrive i”£) fatti de’ fuoi giorni, confeffa, che Caracalla dipoi conlecrò a Se-rapide la fpada , con cui avea uccifo il Fratello ; ma con aggiugne-re, che sbucarono fuori alcuni Centurioni, già meffi da Caracalla in aguato , che gli fi avventarono anch’effi co i ferri nudi addoifo. Altro non potè fare l’infelice giovane, che correre ad abbracciare Erettamente l’atterrita Giulia, gridando: Mamma, Mamma, aiutatemi, che mi ammalano. L’ ammazzarono in fatti nel feno dell’ ingannata Madre , che reftò tutta coperta del fangue del mifero Figlio, e ne riportò anch’ effa una ferita nella mano , per averla itela a fin di trattenere que’ colpi. Quefto fu il miferabil fine di Ge-ta Augujìo , nell’ età fua di ventidue anni e nove mefi , probabilmente ne gli ultimi giorni di Febbraio , o pur ne’primi di Marzo , eifendo egli nato nell’ Anno i 89. della noftr’ Era. Erodiano non men che Sparziano ( c ) cel defcrivono per giovane non efente già da (c)spartia-difetti, ma pure alieno dalla crudeltà, amabile, e che teneva aSW!i,6w'. mente tutti i buoni documenti del Padre . L’ indegno Caracalla dopo così enorme misfatto , corfe quà e là pel Palazzo , facendo lo lpaventato ( d') , e gridando d’ effere fcampato dal più gran pe- (¿)jjerodia. ricolo del Mondo ; e fingendo di non tenerfi iicuro ivi, a granpaf'.nus ibidem. iì ( ed era la fera) marciò verfo il quartiere de’ Pretoriani. I folda- 10 1 ' ti, che erano di guardia del Palazzo , non fapendo , come foffe 1’ affare , gli tennero dietro anch’ effi, paffando per mezzo alla Città con ifjpargere un graviffimo terrore fra il Popolo , che non intendeva il fuggetto di tanto rumore . Allorché arrivò Caracalla alla fortezza de’ Pretoriani, andò diritto al luogo , dove ftavano le In-fegne e gl’ Idoletti loro , fatto a guifa di Cappella, e quivi proffrato a terra, fece vifta di ringraziar il Cielo, che gli aveffe falvata la vita . Corfero colà tutti i foldati , anfiofi di fapere , che novità era quella ; ed egli fempre parlando con parole ambigue di pericoli, d’infidie a lui tefe , a poco a poco finalmente arrivò a far loro intendere , che non aveano più fe non un Padrone . Pofciaper amicarfeli, promife loro un regalo di due mila e cinquecento dracme per tefta , e la metà di più del grano fòlito darfi loro : di maniera che in un fol dì egli diffipò tutti i tefori ammaffati in dieci-otto anni colla crudeltà e rapacità da fuo Padre . Permife anche a i foldati di andare a fpogliar varj Templi delle cofe preziofe . Tanta prodigalità di Caracalla , ancorché fi veniffe di lì a poco a fcoprire il fratricidio , quetò gli animi di coloro , che non fo-Tomo I. Yyy lamen-