A N N O L V. Si trovarono perfone , che feppero dargli il veleno , ed egli fe ne andò, fenza che Nerone ne penetraffe la trama. Da gran tempo era in difgrazia d’eiTa Agrippina Narcifo., Liberto e Segretario di Claudio Auguflo , perchè parzialiffimo di Britannico, e perchè a lei flato contrario in molte occorrenze. Aveva egli ammaf-fato delle immenfe ricchezze , e potendo tutto fopra il Padrone , le intere Città , e gli ileffi Re , e chiunque avea bifogno del Principe , il corteggiavano, egli faceano de’regali. Era per altro fedele a Claudio., e vegliava per la di lui confervazione. S’ egli ii foiTe trovato alla Corte , non avrebbe ofato Agrippina di tradir il Marito, o pur larebbono feguiti differentemente gli affari ; ma Agrippina, fìccome accennai, feppe bene fiaccarlo da lui; e po-fcia (a) cacciatolo in dura prigione , il fece ammazzare, o il (a) Dìo i di ridufTe ad ammazzarli da sè medefìmo , ed anche contro il voler di Nerone , che 1’ amava per la fomiglianza de’ coilumi ., eflendo egualmente anch’egli avaro, che prodigo. Si metteva Agrippina in iilato d’ altre limili prepotenze e crudeltà, fe Afranio Burro , Prefetto del Pretorio , ed uomo di coilumi faggi e feve-ri , e Seneca Maeflro di Nerone , non men dell’ altro tendente al buono , divenuti amendue principali Miniflri ed Arbitri della Corte , non l’aveffero tenuta in freno. Andavano d’accordo quefli due Miniflri, e perchè defìderolì erano del buon governo , abolirono fui principio varj abufì , e fecero molti buoni regolamenti. Ad Agrippina accordarono in apparenza quante diflinzioni d’ onore ella feppe richiedere. Dava ella le udienze a i Màgiflrati, agli Ambafciatori, anche fenza il Figliuolo . Con effo uiciva in lettiga; più fpeiìo fel facea tener dietro. Ella fcriveva a i Popoli, e a i Re ; ella dava il nome alle Guardie . Ma a poco a poco i due Miniflri andarono reilrignendo la di lei autorità , facendole co-nofcere ^ che chimerico era il di lei difegno di far da Padrona aiìoluta. Per conto di Nerone ognun d’ effi fi fludiava di portarlo all* amore e alla pratica delle Virtù ; ma perchè aveano che fare con un giovinaflro vivace , capricciofo , vago folamente di divertimenti e piacerij e non già di logorarli il capo nell’applicazione al governo , gli permetteano d\ follazzarfi con altri giovani di fuo genio in canti, fuoni, e conviti, e in qualch’altra pericolofa libertà di più, fperando , eh’ egli crefcendo in età, e sfogati que' primi bollori di gioventù , prenderebbe miglior cammino. Ma , iìccome ofTerva Dione , non badarono, che il lafciar così la bri-