Anno XXVIII. 6: Anno di Cristo xxviii. Indizione i. di T I B E R I o Imperadore 15. £ | Appi o Giunio Silano, 011 0 1 l S I l 1 o Nerva. GRan rumore e compaflione cagionò in queft’Anno in Roma la caduta di Tizio Sabino, illullre Cavaliere Romano, (a) (a) Tacimi Era egli de’più affezionati alla Famiglia di Germanico, pratica-va in caia d’Agrippina , l’accompagnava in pubblico . Seiano gli teie le reti . Latinio Laziare d’ordine fuo s’iniìnuò nella di lui a-micizia , cominciando con amichevoli ragionamenti intorno alle afflizioni di Agrippina, e del mal trattamento a lei fatto e a ifuoi figliuoli da Tiberio : del che andava moftrando gran compaffione. Non potè Sabino ritener le lagrime , e fdrucciolòin lamenti contro la crudeltà e fuperbia di Seiano , non la perdonando nè pure a Tiberio . Con tali ragionamenti fi flrinfe fra loro una ilretta confidenza. In un giorno determinato Laziare traile in fua caia il mal accorto Sabino, per avvertirlo di disgrazie, che foprailavano a i figliuoli di Germanico . Stavano afcoii nella camera vicina tre de-teilabili Senatori per udir tutto, ed udirono in fatti Sabino fparlar di Tiberio e di Seiano . L’ accula toilo andò al Senato, ed egli imprigionato , fu nel primo dì folenne dell’ Anno condotto al luppli-cio con terrore d’ognuno, che feppe la frode ufata . Ebbe da li innanzi ognun fommo riguardo nel parlare del governo, nè pur attentandoli d’afcoltare, nè fidandoli d’amici, e folpettando fin delle ilef-fe mura . Gittato il corpo di Sabino nel Tevere , un fuo cane, che l’avea feguitato alla prigione , e s’era trovato alla fua morte, andò anch’ effo a precipitarli e a morire nel fiume : del che altri efempli fi fon più volte veduti. Plinio anch’egli parla (¿) della fedeltà.di00 plinilu quello cane ,• ma con pretendere, che loffe di un Liberto di Sabino l‘b-8-caP-^°-condennato con lui alla morte . Mancò di vita in quell’ Anno Giulia figliuola di Giulia, e Nipote d’ Auguilo , la quale non men della Madre convinta già d’adulterio, e relegata in un’Ifola da effo Imperadore, e fomentata ivi da Livia Auguila, per venti anni avea fatta penitenza de’fuoi folli. Ribellaronfi in quelli tempi i Popoli della Frifia , per non poter fofferirei tributi loro impoiti, leggieri fui principio, e pofeia accrefciuti da gl’infaziabili Mini-ilri colà inviati. Contra di loro marciò Lucio Apronio Vicepretore della Germania inferiore con un buon corpo d’armati -, ma volendo