Anno X L I. ma con gran fecrerezza e riguardo . Fu deflinato al compimento del diléguo il tempo de’Giuochi, che iì aveano da fare in onor d’ Augufto nel dì 21. di Gennaio, enei tre feguenti : giacché terminata quella fella , Caligola avea fidata la lua partenza per 1’ E-gitto , a far anche ivi meglio conofcere un impazzito Imperado-re . Ne i tre primi giorni de’ Giuochi non lì trovò apertura a compiere il difegno : laonde. Cherea , che non potea più Ilare alle molTe per paura , che meffo l’affare in petto di tante perfone traf-piraffe , determinò di sbrigarla nel dì 24. di Gennaio . Nella mattina di quel dì Gaio più allegro ed affabile , che mai foffe flato , fi affife nell’ Anfiteatro , fabbricato di nuovo per quella funzione ; fece gittar delle frutta a gli fpettatori ; egli ancora lietamente in pubblico mangiava e beveva , facendo parte di que’ regali a chi gli era vicino , e fpezialmente a Pomponio Secondo Confole, che fedeva a i fuoi piedi, e facea la graziofa fce-na di andarglieli baciando di tanto in tanto . Pericolo vi fu , che Gaio non fi moveffe di là nel rimanente del giorno ; perchè affai fatollo ed abboracchiato per la lauta colezione , bifogno non avea di definare . Contuttociò riufcì a Minuciano , ad Afprenate , e ad altri Cortigiani congiurati di farlo muovere un’ ora o due dopo il mezzo dì , per andare al bagno, e ritornarfene , pranzato che a-veffe. Giunto al Palazzo, invece di andar diritto verfo dove 1’ afpettavano i deflinati al fatto , voltò firada per vedere alcuni giovanetti delle migliori famiglie dell’ Afia e della Grecia ( a ), (a) Suem; fatti venire apporta per cantare e ballare ne’ Giuochi . Allorché inCai° fu in 1111 luogo flretto , Cherea fe gli prefentò davanti, per chie- C%'io ¿t. fy. dergli il nome della guardia . L’ ebbe , ma deriforio , fecondo il Jofeph. An-cortuine . Egli meffa allora mano alla fpada gli diede un tal fen- i,?'llb' '9' dente fui capo, che a Gaio sbalordito nè pure reftò voce per chiamare aiuto . Fecefi avanti anche Cornelio Sabino , che con un colpo gli tagliò uria mafcella ; ed altri con trenta altre ferite il finirono. Perchè fenza rumore non potè fuccedere quella fcena , traffero colà primieramente i portantini della lettiga Imperiale colle loro flanghe , e pofeia le Guardie Tedefche , le quali cominciarono a menar le mani addoffo a’ colpevoli ed innocenti. Fra gli altri vi perderono la vita Publio Nonio Af’prenate , che era fiato Coniale nell' Anno 38. Norbano , ed Anteio , tutti e tre Senatori . Il cadavero dell’ellinto Auguflo , portato nella notte feguen-te nel giardino di Lamia , fu mezzo bruciato , e frettolofamente feppellito in terra ,-per timore che il Popolo lo metteffein brani. O 2 Man-