Anno X C V I I. ¿85 non fi potettero far Eunuchi ; e proibito il prendere in Moglie le Nipoti. Attefe ancora al rifparmio, dopo aver conoiciuto il gran male provenuto dallo fcialacquamento eforbitante di Domiziano. Levò dunque via molti Sagrilizj , molti Giuochi, ed altri non pochi Spettacoli , che coftavano fomme immenfe.(a) SuppreiTe tut-(a)Aurelìus to ciò , che era ftato aggiunto a gli antichi tributi a titolo di pena E~ contra quei, che erano morofi al pagamento ; ficcome ancora le vettazioni ed angarie introdotte contro a i Giudei, nell’ efige-re le taffe loro importe. Le Città opprette da troppe gravezze ebbero follievo da lui; ed ordinò, che per tutte le Città d’Italia fi alimentattero alle fpefe del Pubblico gli Orfani dell’uno e dell’altro feiTo , nati da poveri Genitori, ma liberi : Carità continuata anche da i iufleguenti buoni Imperadori, anzi accrefciuta, come apparifce dalle antiche Ifcrizioni. Rirtrinfe ancora V importa della Vigefima per le eredità , e per gli Legati, introdotta da Auguito. Fra le Lettere di Plinio il Giovane (¿>) fi trova un Editto di que- (b) VUniti? ilo Imperadore , che aliai efprime, quanta forte la di lui bontà, l'b?I0* con dir egli, che ciafcuno de Juoi Co,-cittadini poteva afjìcurarfì, aver egli preferita la fìcure^ra di tutti alla propria quiete, e non aver altro in animo , che di far ai buon cuore de nuovi benefitj , e di con ferrare i nà fatti da altri. E però per levar dal cuore d’ ognuno la paura di perdere quel, che aveano confeguito fotto altri Augufli, o di doverne cercar la conferma con delle preghiere d’ oro , dichiarava , che fen^a bi~ fogno di nuovi ricorfi chiunque godeva avefje da godere ; perch’ egli ro-lea folamènte attendere a difpenfar grafie e benefif] nuori a chi non ne avea finora goduto. E pure con un Principe sì buono, il cui dolce e falutevol governo tanto più dovea prezzari!, quanto più fi paragonava col barbarico precedente, non mancarono Nobili Romani, che tramarono una congiura. (c)Capo d’efli fu Colpiamo Senatore dell’il-(c)d/o 1.6% luftre Famiglia de’ Craffi: de gli altri non fi sa il nome. Con efor- r Aarejiuf bitanti promette di danaro follecitava egli alla rivolta i foldati. Epitomi” Scoperta la mena , Nerva il fece federe pretto di sè , affittendo a i Giuochi de’ Gladiatori, e nella ftefla guiia , che vedemmo operato da Tito , allorché gli furono prefentate le fpade di quei combattenti , le diede in mano a Craffo , acciocché oflérvaffe , fé erano ben’ affilate , moftrando in ciò di non paventar la morte . Fu procettato e convinto Craffo : tuttavia Nerva per mantener la fu a parola di non uccidere Senatori, altro gaftigo non gli diede , che di relegar lui e la Moglie a Taranto. Fu biafimata dal Senato sì gran-