Anno L X I I I. J7S no ottenere ; e però il Parto ricominciò la guerra in tempo , che Cefennio Peto giunfe al governo dell’Armenia, uomo di poca provvidenza e fapere in quel meftiere, ma che fi figurava di poter fare il maeftro a gli altri. Prefe Peto alcune Cartella, pafsò anche il Monte Tauro , penfando a maggiori conquifte ; ma all’ avvifo , che Vologefo veniva con grandi forze , fu ben prerto a ritirarfi , ed a lafciar gente ne’parti del Monte fuddetto , per impedir 1’ accerto de’ nemici, con ifcrivere intanto più e più Lettere a Corbulone , che venirte a foccorrerlo . Forzò Vologefo i parti: a Peto cadde il cuore per terra , perchè avea troppo divife le fue genti, e colto fu con due fole Legioni. Però fpedì nuove Lettere ad affrettar Corbulone , il quale intanto avendo paflato 1’Eufrate, marciava a gran giornate verfo la Comagene e la Cappadocia, per entrar poi nell’ Armenia . Nulladimeno poco giovarono gli sforzi di Corbulone. In quefto mentre Vologefo rtrinfe il piccioloefercito di Peto, molti ne uccife ; e tal terrore mife al Capitano de’ Romani, eh’ egli folamente pensò a comperarfi la falvezza con qualunque vergogno-fa condizione, che gli forte efibita. Dimandato dunque un abboccamento con gli Ufiziali di Vologefo, reftò conchiufo , che Farmi Romane fi levaffero da tutta l’Armenia, e cedertero a i Parti tutte le Cartella , e munizioni da bocca e da guerra ; e che poi Vologefo fe l’intenderebbe coll’ Imperador Nerone pel refto . Le info-lenze de’Parti furono poi molte; vollero entrar nelle fortezze, prima che ne foflero ufeiti i Romani ; affollati per le rtrade, dove partivano i Romani, toglievano loro fchiavi, beftie , e vefti ; ed i Romani come galline lalciavano far tutto per paura, che menaf-fero anche le mani. Tanto marciarono le avvilite truppe , che piene di confufione arrivarono finalmente ad unirli con quelle di Corbulone , il quale deporto per ora ogni penfier dell’ Armenia, fe ne tornò alla difefa della Siria fua Provincia. Secondoche’ abbiam da Tacito , tutto ciò avvenne nel precedente Anno . Dione ne parla più tardi. Nella Primavera del preferite comparvero gli Ambafciatori di Vologefo , che chiedevano il Regno dell'Armenia per Tiridate ; ma fenza ch’egli volefie pre-fentarfi a Roma. Seppe allora Nerone da un Centurione, venuto con loro, come flava la faccenda dell’ Armenia, perchè Ceièn-nio Peto gliene avea mandata una relazion ben diverfa. Parve a Nerone ed al Senato, che Vokgefo fi prenderti beffa di loro, e perciò rimandati gli Ambafciatori di lui fenza rifporta, ma non lenza ricchi regali, fu prefa la risoluzione di far guerra viva a i Parti.