Anno X L.j ioi aiTenza e mancanza de’ Confoli. Contuttociò da loro fteffi faliro-no nelle Calende di Gennaio al Campidoglio, e quivi fecero i fa-grifizj ; pofta anche la fedia di Caligola nel Tempio , 1’ adorarono ; e come s’ egli foife flato prefente , gli fecero 1’ offerta de i doni , che in teiKmonianza del loro amore avea introdotto Augu-fto , Tiberio poi la dismile, e Calinola per avarizia rinovò . Nuli’ altro ofarono di fare in quel dì i Senatori , fe non di caricar di lodi F Imperatore , e di augurargli delle immenfe profperità. Si contennero anche ne i dì feguenti, finché arrivò 1’ avvifo, che Caligola giunto a Lione, avea dimeffo il Confolato nel dì 12. di Gennaio . Allora entrarono nella Dignità i due Confoli fuftituiti . Dione li lafciò nella penna. Secondo le conghietture d’alcuni E-ruditi quelli furono Lucio Gelilo Poblicola , e Marco Cocceio Nervo; ma non è cofa efente da dubbj ; e molto meno , che nelle Calende di Luglio fofiero fuftituiti Se/lo Giulio Celere’, e Se/lo Nonio Quintiliano, come altri han creduto. In Lione, ficcome accennai, fi trovò Caligola nelle Calende di Gennaio (a) , e probabilmen-(a) Sutton. te allora per onorare il luo Confolato, celebrò quivi gli Spetta- ‘eccoli , mentovati da Suetonio q da Dione . Furono varj , ma non vi mancò quello della gara nell’ Eloquenza Greca e Latina, Giuoco folito a farfi in quella Città alla ftatua d’ Augulto . Chi era vinto pagava il premio a i vincitori , ed era tenuto a fare un componimento in lor lode. Coloro poi, che in vece di piacere, dilpiacevano , doveano colla lingua , o con una fpugna cancellate il loro fcritto , fe pur non eleggevano d’ effere sferzati da i difcepoli, ovvero tuffati'nel fiume vicino. Era tuttavia Gaio in Lione , quando arrivò colà eh amato da lui Tolomeo Re, Figliuolo di Giuba già Re delle due Mauritanie , e fuo Cugino. Fu onorevolmente ricevuto. Ma o fìa ch’egli entrato nel Teatro per ragione del grande sfarzo recaffe geiofia al luminare maggiore, o pure che Gaio , informato delle molte di lui ricchezze , le volef-fe far fue: fuor di dubbio è, che il mandò in efilio , e pofeia ( forfè nel cammino ) con fomma perfidia il fece ammazzare : iniquità, per cui i fuoi fudditi fi ribellarono dipoi al Romano Imperio . Anche Mitridate Re dell’ Armenia in altro tempo fu da lui mandato in eiìho , ma non uccifo . Pofeia prima, di ritorna- * re in Italia volle Caligola coronar tante fue gloriofe imprefe (b)zw con un’azione magnifica. (¿) Sul lido dell’ Oceano per ordine Suiton.c.46. fuo andò tutto il luo efercito ad accamparfi con gran copia di macchine, e d’ attrecci militari, ed egli imbarcatoi! in una Ga- ujank lea,