Anno XXXIX. 97 folle vivuto più tempo. Poca gloria a quello forfennato Regnante pareva il patteggiar per terra a cavailp. Volle far vedere a t Romani, che gli dava l'animo di cavalcar l’opra il mare . Fece dunque fabbricar un Ponte in un l'eno d’eliò Mare fra Baia e Pozzuolo , lungo da tre miglia e mezzo con due file di navi da carico fermate con ancore , e fatte venir anche da lontano ( a) ; (a) il che poi cagionò una gran careftia in Roma e nell’Italia. So- wld' pra vi fu fatto un piano di terra con varie cale ben provvedute d’acqua dolce . Per quello Ponte fabbricato con immenfa fpeia, un dì montato fopra un fuperbo cavallo , armato colla corazza riputata di AlelTandro Magno, e con fopravvelta orrtata dJ oro e di gemme, fpada al fianco, e feudo imbracciato, e con Corona di quercia in capo, marciò l’intrepido Imperatore con tutta la fua Corte da Baia a Pozzuolo , quafichè andalTe ad alfalire un’ Armata nemica; e come fe folfe llanco per una data battaglia, lì riposò poi in quella Città . Nel Seguente giorno falito fopra un carro tirato da’ Suoi più Superbi deftrieri, con Dario avanti, uno de gii ollaggi de’Parti , feguitato da ella fua Corte tutta in gala ,. e da alcune Schiere di Pretoriani , ripalsò di nuovo fui me-delimo ponte ; in mezzo al quale alzato un tribunale , aringo, come fe avelie confeguita qualche gran vittoria , lodando i l'ol-dati , quali che Solfero uSciti di pericolo , gloriandoSi Sopra tutto di aver calpestato co'piedi il Mare. Dato poScia un congiario, o Sia regalo al Popolo , egli co i Cortigiani Sul Ponte , e gli altri in varie navi , palfarono il rimanente del giorno, e la notte in gozzoviglie e in ubbriacarlì, eiì'endo tutto il Ponte colla collina d’intorno illuminato da fiaccole, fuochi, ed altri lumi talmente, che la notte non invidiava al giorno. Nel calore del vino e dell’allegria molti furono gittati per divertimento in mare, e molti ve ne gittò lo ItelToGaio, de’ quali perirono alcuni. Così terminò la gran funzione , con vantarfi il prode Augulto d’ aver mello terrore al Mare, e con riderli di Dario e di Serie, per aver egli domato il Mare per un tratto più lungo . Le immenSe SpeSe fatte in quellà azion da Teatro, incitarono dipoi lo Smunto Augu{to, a far danari per tutte le vie, e maiTimamente colle condanne de’ beneilanti. Fra quelli uno fu il celebre Filofofo Ludo Anneo Seneca, tenuto pel più faggio di Roma, che corfe gran pericolo, non già per qualche Suo delitto , ma Solamente per aver trattata con vigore nel Senato una caula alla preSenza dello Hello . Caligola, che Se l’ebbe a male , o perchè proteegelTe co i delìde-Tomo L N rj