548 Annali d’ Italia. di poter fare il mecelìmo giuoco dell’ Armenia, che ave a fatto delPGsroene; ma s’ingannò. Que’ Popoli prefero Tarmi per difenderli , fenza volerli punto fidare d’ un Principe , che s’ era troppo fcreditato colla fua perfidia. Avea Caracalla alzato al grado di Prefetto del Pretorio Teocrito , uomo vilmente nato , già ballerino ne’ Teatri, e divenuto a lui caro, perchè flato fuo Maeflro del (a) Diel. 77 ballo , e che per ammaliar roba, commife varie crudeltà [ a ] , e faceva anche fotto mano il mercatante . Preffo Sifilino è detto, effere fiata tanta la di lui autorità nella Corte , che la facea da Superiore a i due Prefetti del Pretorio . Quello dignifìimo Generale fu da lui inviato con un corpo d’ armata per fottomettere 1’ Armenia ; ma da que' Popoli rimafe interamente disfatto. Scritte in quelli tempi Caracalla al Senato con dire di faper bene, eh’etto non farebbe contento delle di lui imprefe ; ma che tenendo egli una buona Armata al fervizio fuo, aveva in fallidio chiunque fjparlafle di lui. Quindi volle pattar in Egitto con ifpargere voce d’ effer fpinto da divozione verfo Serapide, e da delìderio di veder la fiorita Città d’A-leffandria , fabbricata dal fuo caro Aleffandro Magno. [ b J Arri-"J‘‘r‘ vata quella nuova in quella Città, gli AlefSandrini, gente vana , non capendo in fe fleffi per 1’ allegrezza , li diedero a far mirabili preparamenti di addobbi, di mufiche , di profumi per accogliere con gran folennità il Regnante. Ma Caracalla fecondo il fuo co-Itume doppio di cuore fi portava colà , non per rallegrar que" Cittadini , ma per difertarli. Il naturai di quel Popolo era inclinato forte alla maldicenza, ed avea Sempre in bocca motti frizzanti, ipezialmente contra a i potenti. In fatti fenza nè pur rifparmiare F Imperadore fletto , milero in canzone la morte da lui data al Fratello , attribuendogli anche un difoneflo commerzio colla Madre, e deridendo la picciola di lui flatura , nonoflante la quale egli fi credeva un altro Aleffandro , e un nuovo Achille . I Principi faggi, che non prendono mofche , non fan più cafo di limili ciarle di quel che fi faccia delle ingiurie de’pappagalli e delle gazze. Ma all'iracondo e beflial Caracalla effe trapaffavano il cuore , e però ne vo-lea far gran vendetta . Giunto ad Aleffandria , vifftato con divozione il Tempio di Serapide, vi fece molti fagrifìzj ; andò al Sepolcro di Aleffandro, e vi laSciò de’ prezioli ornamenti. Gridavano gli Aleflandrini : Viva il buon Imperadore ; e lo Sdegno Sanguinario di Caracalla llava allora per piombar Sulle loro teile . Erodiano Scrive , che Satta raunar ia gioventù d’Aleffandria fuori della Città., che aScendeva a migliaia , fingendo di yqìer formare una Falan- ge