Anno C X C 11. 471 che girava intorno alla platea deli’Anfiteatro . Vero è nondimeno, eh5 egli di là con tanta maeftria e forza fcagliava afte e dardi, che feriva e trapalava gli animali, cogliendo nella fronte o nel cuor de’medeiìmi fenza fallare . Cento Lioni in quefta guiià per mano di lui rimafero eftinti fui campo . Il Popolo tutto andava gridando Bravo e Viva, per lo che fi ringalluzziva fempre più il balordo Augnilo . E qualora egli fi fentiva fianco , Marzia fua cara concubina era pronta a porgergli una tazza di buon vino rinfrefeato ; e il Popolo , e i Senatori fteiìx, uno de’quali era lo ftefìo Dione Storico , come fi fa ne’ conviti, gli auguravano Salute e Vita. Un altro di lo fpettacolo fu di Lepri, Cervi, Daini, Tori, ed’altre bellie da corno . Commodo calato nella piazza dell’ Anfiteatro ne fece una grande ftrage . In altri giorni uccife una Tigre , un cavallo marino , un Elefante , ed altre beftie . E fin qui le gli potea pur perdonare . Ma da che fi fpiegò di voler’anche combattere da Gladiatore , non fi potè contenere Marzia dal buttarfegli a’ piedi , e dal fupplicarlo colle lagrime a gli occhi di non ¡svergognare la Dignità di un Imperadore con quel infame meftiere . Se la levò egli a’attorno con dirle delle villanie . Chiamati poi Quinto Emilio Leto Prefetto del Pretorio , ed Eletto Maftro di Camera, ordinò loro di preparar tutto il bifognevole . Aneli’effi con forti ragioni lo feongiurarono di non andarvi ; ma indarno fempre. Ad altro non fervi la loro refiftenza, fe non a fufcitarli un odio grave con-tra di loro , quafi che gl’ invidiaffero la gloria , eh’ era per acqui-ftarfi. Érodiano non ifcrive , che Commodo andafie al combattimento ; ma Dione, che v’era prefente , ci aflicura, che vi comparve più volte , e combattè in quella indecente figura ; e che i Gladiatori fecero battagliafra loro colla morte di molti di eflì, ed anche di parecchi fpettatori, che per la gran folla non poteano ti-rarfi indietro . 1 Senatori, ficcome era fiato loro impofto , erano forzati a gridare : Viva il Signore. Viva il vincitor di tutti. Viva l’ Ama\onio. Per altro molti della Plebe non fi azzardarono d’intervenire a quegli Spettacoli, parte per l’orrore di mirar un Au-gufto si delirante ed avvilito , e parte per una voce corfa, che Commodo volea regalarli di colpi di freccie, come Ercole avea fatto alle Stinfalidi ; e tanto più perchè ne’ giorni addietro efio Augufto rau-nati tutti i Poveri mancanti di piedi, e fattili veftir da Giganri, colla clava gli avea tutti morti, per afiomigliarfi ad Ercole anche in quefto . Puoffi egli immaginare un più beitiale ed impazzito Principe/ Confetta Dione, che nè pur egli co’luoi Colleglli Senatori andò