Anno CCIV. 511 lì innanzi pericolo della vita , per eflere flati adulatori dell’ eftinto Miniilro -, ed alcuni ancora perirono per quefto. Fra gli altri Coe-rano , che più de gli altri affettava di comparir confidente di Plau-ziano , benché in fatti tale non foffe , convinto d’avergli, colla ridicola interpretazione d’un fogno, predetto l’imperio, fu mandato in eiìlio . Ma ritornato dopo fette anni, ottenne il grado Senatorio, ed arrivò anche ad effer Confole . Furono allora premiati Saturnino , ed Evodo , autori della morte di Plauziano ; ma col tempo Caracalla non li lafciò vivere -, nè Severo permife , che il Senato lodaffe Evodo, dicendo, che non conveniva far infuperbire i Liberti della Corte. Suo coftume veramente fu di tenerli baffi. Platinila Augujla , e Plauto , o Plauso, figli d’ effo Plauziano , relegati nell’ Ìfola di Lipari, quivi per qualche anno mangiarono il pan del dolore, privi anche delle cofe neceffarie , e Tempre colla morte davanti a gii occhi. Erodiano fcrive , che erano ben trattati. Caracalla poi quando arrivò alla Signoria, li liberò appunto da (a) c inferì-que’ guai con fargli uccidere . E tale fu il fine di Plauziano, che fel '^ttiuap comperò a danari contanti colla fua incredibil avarizia non meno , i7. che colla crudeltà e coll’ alterigia . Abbiamo da Cenforino [a ] , e da Zofimo [ b ] , che furono in queft’ Anno celebrati con gran fun- (c ) Mediò. tuofità i Giuochi Secolari in Roma , e di ciò è fatta anche menzione barbusìn nelle Medaglie [ c J . La deferizion d’effi fi può vedere nella Sto- impera/.*'' ria di Zofimo. • Anno di Cristo ccv. Indizione xm. di Z e F 1 R I N 0 Papa 9. di Settimio Severo Imperadore 13. di Caracalla Imperadore 8. i Marco Aurelio Antonino Caracal-Confoli < la Augusto per la feconda volta, (Publio Settimio Geta Cesare. SBrigato Severo dal peiììmo fuo Miniftro Plauziano, regolò ne’ tempi fuffeguenti con bel ordine la vita fua, giacché fi godeva gran quiete in Roma, e da niuna guerra in quelli tempi era moieilato l’Imperio Romano . ( d ) Andava egli fpeffo a villeg- (d)Rhi. 7g giar nella Campania; ma o foffe quivi, o pure in Roma, fole va levarli di buon mattino , e tofto afcoltava i proceffi delle caufe ; poi ‘ 3‘ faceva una buona palleggiata a piedi, afcoltando, e dicendo in-Tomo /, Vvv tanto