Anno XXXI. e7 nel dì 9. di Maggio Subentrarono in quella Dignità Fauflo Cornelio Sulla , e Sejlidio Cattillino , ciò apparendo da un’ Ifcrizione. Da un altra ancora da me rapportata ( a ) apparisce il loro nome, (a) Tktfaut, ma con qualche mio dubbio , che SEXTEIDIVS poffa effere Sex.^°*o Teidius. Il non trovar io veiligio della Famiglia Se/lidia, ma bensì della Tidia , mi ha fatto nafcere un tal dubbio. All’uno di queili due Confoli fu furrogato nelle Calende di Luglio Lucio Fulcinio Trionc, e all’altro nelle Calende di Ottobre, Publio Memrrùo Regolo , che non era amico di Seiano, come Fulcinio Trione. Con occhi aperti vegliava Tiberio fopra gli andamenti del fuo favorito Seiano , pentito oramai d’ averlo tanto efaltato . Già s’ era accorto , che coilui avea ferrati i paffi a i ricorii, nè gli la-fciava fapere , fe non ciò, eh’egli voleva . Molto più appariva, che coilui a gran paffi tendeva al Trono col deprimere i Suoi nemici, e guadagnar^ ogni dì più amici e clienti. E giacché il Senato e il Popolo erano giunti ad eguagliarlo a lui in più occasioni, ed all’incontro ben lapea Tiberio d’eSTere poco amato, anzi odiato da i più de i Romani: prefo fu da gagliardo timore, che poteiì'e fcoppiar qualche gran fulmine fopra il capo fuo. Abbiamo ancora da Giufeppe Ebreo (¿), che Antonia Madre di Germani-(b) Jofep co e di Claudio, che fu poi Imperadore, fpedito a Capri Pallan-te fuo fidatiffimo Servo, diede avvifo a Tiberio della congiura, u"uc''' tramata da eSTo Seiano co i Pretoriani, e con molti Senatori e Liberti d’ eSTo Tiberio , di maniera che egli rellò accertato del pericolo fuo . Ma come atterrare un uomo sì ardito e intraprendente , e giunto a tanta poSTanza ? La via di prevenirlo tenuta da quell’ ailuto vecchio , fu quella di fempre più comparir contento ed amante di Sciano , e di colmarlo di nuovi onori, per più facilmente ingannarlo. 11 creò Con Sole per 1’Anno prefente, e a fine di maggiormente onorarlo prefe leco il Confolato . ScriSTe anche al Senato con raccomandargli quello Suo fedele Miniilro . Potrebbe chiederli, perchè noi faceile Strozzare in Capri, e come mai per abbatterlo il faceiTe falire al Confolato, cioè ad una Dignità , che aumentava non folo il di lui fallo, ma anche la di lui autorità e potere . Quanto a me vo credendo , eh’ egli non s’atten-taiìe nè in Capri, nè in Roma di fargli alcun danno, finché coilui era Prefetto del Pretorio, cioè Capitan delle Guardie Imperiali, che vuol dire di un corpo di gente , confiilente in dieci miia de’migliori Soldati fra i Romani, ed abitante unito in Roma. Allorché Tiberio Volea farfi ben ril’pettare e temere da i I 2 Con-