8 Annali d’ Italia*. mo nominati Cefari , figliuoli della medeiìma Giulia e d’ Agrip-pa , ma da lui , e da Livia Tua Madre internamente odiati , perchè adottati per.Figliuoli da Augufto, e desinati per quanto fi poteva conietturare , ad effere Tuoi fucceffori nell' Imperio . Nacquero in fatti delle gare fra quefti due giovanetti Fratelli , e Tiberio lor Padrigno . Sentivano già effi la Superiorità della lor fortuna , ed avea-no cominciato ad insolentire , e nello fteffo tempo miravano di mal occhio il poffeflo , che tenea nel cuore d’Augufto la Madre di Tiberio Livia . Per ifchivar tutti i pericoli , avea prefo Tiberio il partito di ritirarli : al che s’ aggiunfe ancora il non poter più egli iop-portare i, vizj della Moglie fua Giulia , gaftigatiin fine colla relegazione da Augufto fuo Padre . Senza che il poteifero ritenerle preghiere della Madre , e del medefimo Augufto, ritiroiìì Tiberio nell’ Ifola di Rodi , e quivi per fette Anni in vita privata fi fermò . Sazio finalmente di quefto fuo volontario eiilio , che avea datooc-cafione di molte dicerie a gli sfaccendati Politici , fece iftanza di ri-tornarfene a Roma in queft’ Anno per mezzo della Madre . Volle Augufto prima- intendere , fe a Gaio Celare foffe rincrefciuto il di lui ritorno, perchè i diffapori feguiti fra loro non erano cole ignote. Per buona ventura effendofi allora l'coperto , che Lollio , poco fa mentovato , quegli era , che leminava zizanie fra Tiberio, e i Fi- fliaftri , Gaio fi moftrò contento , che il Padrigno rivedeife Roma; enuto Tiberio attefe da lì innanzi coll’ajuto della Madre a'promuovere i proprj ir.tereffi . E quefti prefeco tofto buona piega per la fopr’ accennata morte di Lucio CeJ'are , non reftando più fra i viri fe non il folo Gaio Cefare , cioè quel folo , che impediva a Tiberio il poter luccedere nell’ Imperio ad Augufto fuo Padrigno . Co-a) Vtlleìus minciò (a) in queft’Anno , fe pur non fu nel feguente , anche in Ger-Wifior. hb. 2. manja una guerra , di cui parleremo all’ Anno V. dell’Era Criftiana. Anno di Cristo iii. Indizione vi. di Cesare Augusto Imperadore 47. r f L. Elio Lamia, Conloli S xì c . I M. Servilio. % PERCHE/ fon perite le Storie antiche , in quefti tempi mancano a noi le memorie di quanto allora avvenne in Roma e in Italia. Forfè anche la mirabil quiete, che per opera d’ Augufto fi godea in quefte parti 3 niun avvenimento produiTe affai riguardevo- 'le